Tu si nat in Italy

Per la Camera di Commercio di Avellino il Decreto Cura Italia e' un grande bluff

Ieri è stato pubblicato finalmente il decreto “Cura Italia”. La Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Avellino ne sta attentamente studiando il contenuto. Il primo aspetto approfondito è l’art. 22 relativo alla Cassa Integrazione per i dipendenti delle aziende. Si riportano i passaggi più significativi. 

 

Art. 22

(Nuove disposizione per la Cassa integrazione in deroga)

Le Regioni e Province autonome, con riferimento ai datori di lavoro del settore privato, ivi inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti, per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro, possono riconoscere, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, previo accordo che può essere concluso anche in via telematica con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale per i datori di lavoro,trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo non superiore a nove settimane. 

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L’accordo di cui al presente comma non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti.

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Le risorse di cui al primo periodo del presente comma sono ripartite tra le regioni e province autonome con uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

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I trattamenti di cui al presente articolo sono concessi con decreto delle regioni e delle province autonome interessate, da trasmettere all’INPS in modalità telematica entro quarantotto ore dall’adozione, la cuiefficacia è in ogni caso subordinata alla verifica del rispetto dei limiti di spesa di cui al comma 3. Le regionie delle province autonome, unitamente al decreto di concessione, inviano la lista dei beneficiari all'INPS, cheprovvede all'erogazione delle predette prestazioni, previa verifica del rispetto, anche in via prospettica, deilimiti di spesa di cui al comma 3. Le domande sono presentate alla regione e alle province autonome, che leistruiscono secondo l'ordine cronologico di presentazione delle stesse.

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Qualora dal predetto monitoraggio emerga che è statoraggiunto, anche in via prospettica il limite di spesa, le regioni non potranno in ogni caso emettere altri

provvedimenti concessori.

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Se ne deduce pertanto che, senza alcuna elucubrazione filosofica, già alla luce di questi pochi punti analizzati le aziende, che già versano in una condizione di tragica drammaticità, avendo necessità di liquidità immediata, rischiano realmente il tracollo.

Analizzando l’art. 22, si evince immediatamente che le misura di cui trattasi risulta inefficiente e monca in  più parti, nella fattispecie:

 

1. Manca la ripartizione delle risorse per singole regioni;
2. Sono incerti ed indefiniti i tempi di erogazione dei fondi ed altrettanto imprecisati gli organi competenti, regione, INPS e altro;
3. Il plafond previsto dal decreto risulta limitato ed esiguo rispetto alle effettive necessità ed è stata già immaginata l’impossibilità di raggiungere tutti gli aventi diritto, essendo un fondo ad esaurimento.

 

Alla luce dei tre punti sopra evidenziati, purtroppo ne scaturisce una incertezza assoluta relativamente all’utilizzo della Cassa Integrazione in deroga per tutte le piccole aziende. Per l’ennesima volta si è pubblicato un decreto ma senza tener conto della drammatica situazione che vivono le aziende, ormai sull’orlo del baratro. All’immediata necessità di liquidità, anche con piccoli importi, di tutte le aziende, si risponde con interventi le cui procedure sono o da integrare o da chiarire attraverso le tanto fantomatiche circolari ministeriali.

L’ufficio Legale della Confcommercio Nazionale si è già attivato presso la Presidenza del Consiglio ed i vari Ministeri interessati per chiarire tutti i dubbi sollevati.