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Accade in Irpinia: rifiuti tombati e informazioni interrate

Ha dell’incredibile la reazione del Forum ambientale dell’Appennino Meridionale dopo le dichiarazioni dell’oncologo Antonio Giordano, medico di fama mondiale, e i successivi articoli giornalistici.
I fatti. Sabato 22 febbraio c’è un incontro promosso a Caposele dallo stesso Forum. Giordano, invitato sempre dal Forum, lancia un allarme sull’area industriale di Lioni-Nusco. L’oncologo parla di rifiuti pericolosi tombati nel sottosuolo. “In Irpinia – dice in un passaggio - ci sono diverse situazioni da portare alla luce, come quella di Lioni”. I giornali riportano le frasi, anche altre, senza commenti o approfondimenti. Riportano le frasi nude e crude. Fa lo stesso la nostra testata, che tuttavia anche per la collocazione geografica decide di evidenziare il passaggio riguardante Lioni; insieme alle parole di Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, sempre legate alle aree industriali.
La reazione del Forum è tutta in un comunicato, dove non si smentisce affatto che quelle parole siano state pronunciate. E nemmeno si usa una formula classica di smentita, “il professore è stato frainteso”. No. Nella nota stampa si parla del comportamento dei giornalisti come di “prelievo di informazioni risapute su cui si è già abbondantemente discusso nel tempo, per costruire una notizia inattuale”. Sotto lo slogan “non siamo la terra dei fuochi” (non lo siamo, lo sappiamo) il comunicato continua con altri attacchi all’Informazione. “Rendiamo noto – c’è scritto – che non hanno senso i facili e strumentali allarmismi”.
Tutti ma proprio tutti sanno che nell’area industriale tra Lioni e Nusco ci sono i veleni interrati? Noi non lo sappiamo, non abbiamo il potere di scavare in suoli privati. Abbiamo il dovere di riportare notizie o dichiarazioni di persone autorevoli, come nel caso del convegno di Caposele e del professor Giordano. In realtà non ci risulta che negli ultimi anni si sia parlato di materiali tossici a Lioni-Nusco. Non in modo “ufficiale”. E se è stato fatto, beh nulla di paragonabile al dibattito su pale eoliche, discariche, Isochimica o altre aree industriali come quelle di Calitri o Lacedonia. Dopo le parole di Giordano ci saremmo aspettati che qualcuno raccogliesse l’allarme, anche se siamo certi che i più attenti non faranno mancare il proprio contributo sulla questione. Certo non ci saremmo aspettati la critica nei confronti di chi ha riportato le dichiarazioni di un eminente oncologo, in un convegno promosso dallo stesso Forum che accusa i giornalisti. Con tutto il rispetto è una critica paradossale proprio perché viene dal mondo ambientalista.
Risuona curiosa l’espressione “informazioni risapute”. Risapute da chi? Dal Forum ambientale dell’Appennino meridionale? Benissimo. E allora lo stesso Forum potrebbe accompagnare i giornalisti in un tour nei luoghi di cui Giordano ha parlato. Siamo sicuri che moltissimi hanno già le macchine fotografiche pronte. Tutti devono prendere atto che l’attenzione sull’ambiente è fortunatamente aumentata anche grazie al lavoro di comitati e associazioni. E noi rispettiamo profondamente l’opera di quei comitati e quelle associazioni. Tuttavia non riusciamo a capire questa reazione. Se un convegno-dibattito non lancia allarmi a cosa serve? A incontrare vecchi amici?
Risuona ancora più strana la frase “rendiamo noto che non hanno senso i facili e strumentali allarmismi…”. Per il momento c’è chi, come l’oncologo Antonio Giordano e le testate che hanno riportato le sue parole, ha reso noto un rischio. Poi ognuno si comporti di conseguenza, se lo ritiene utile.
