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Che batosta dall'addizionale regionale Irpef! Aumenti anche di 330 euro

Benzina, Imu (soprattutto su seconda casa), tassi esorbitanti in banca, canone Rai… non bastavano a rendere l’idea di un 2012 da vacche magre per i “risparmi” delle famiglie. A dare un’altra botta (non d’ottimismo, macché) arriva l’addizionale regionale Irpef, ovvero, la parte dei tributi diretti che rimane nelle casse della Regione di residenza. La quota base delle addizionali regionali dell’imposta sui redditi delle persone fisiche è stata aumentata dal decreto SalvaItalia del 0,33%, generando diverse conseguenze sul territorio italiano. A risentire di più della decisione romana, resasi necessaria per far fronte al taglio agli enti reginali, saranno i contribuenti delle regioni del Sud che dichiarano redditi medio- bassi. In Campania l’aliquota regionale salirà così alla livello record del 2,03%.
Lo squilibrio tra le diverse regioni è da ricercare nelle condizioni debitorie che si trovano ad affrontare alcune amministrazioni regionali, tra cui la nostra. L’extradeficit della sanità ci costringe da anni a riservare un surplus dell’imposta  sui redditi per la copertura dell’incredibile buco nei conti dell’assistenza sanitaria campana, senza dimenticare gli ancor più pesanti ticket su ricette e prestazioni sanitarie insieme alla cancellazione di tutta una serie di codici d’esenzione e la minaccia di chiusura dei nosocomi irpini. In particolare l’ultima maggiorazione SalvaItalia del 0,33% incide, in teoria, su una quota del 0,9% portando la percentuale base delle regioni all’1,23%, a questa va aggiunta quelle decise dalle singole Regioni che possono sommarvi al massimo uno 0,50 per cento. Se poi il contribuente risiede in una delle regioni appesantite dal deficit sanitario (Lazio, Campania, Calabria e Molise) ecco arrivare un ulteriore 0,30 per cento: ovvero,  il percorso  che ha portato alla formazione dell’aliquota record campana al 2,03%. Risultato: aumento, in media, di circa 145 euro all’anno per i contribuenti made in Campania. In media, perché per le dichiarazioni da 10000€ ci sarà un accrescimento di 33 euro, da 170 a 203 euro; per i redditi da 25mila € balzo di 82.5€, da 425 a 507.5 euro; per chi dichiara 35mila euro si passerà da 595 a 710.5€, quindi con 115.5 euro in più; per le dichiarazioni dei redditi più pesanti da 50mila euro lo scatto sarà di 165€, da 850 a 1015€ e per le dichiarazioni da 100mila euro si passerà da 1700 a 1843 euro con un aggravio di 330 euro.
La scelta del Governo però non porterà al classico stappo della bottiglia negli uffici contabili di palazzo Santa Lucia, poiché rappresenta una compensazione rispetto al taglio, equivalente (2,085 miliardi), ai fondi indirizzati ai Governatori.  “La manovra incide fortemente sulle entrate con tasse e imposte- ammise, un po’ anticipando la tempesta, il presidente Stefano Caldoro rispondendo ad una domanda sulle previsioni economiche campane per il 2012- . Una Regione come la Campania che ha già una fortissima tassazione, subirà altri contraccolpi sull’economia reale”. E per chi credeva che fosse finita ecco alle porte anche l’autonomia fiscale dei Comuni, il termine per i preventivi comunali  è fissato per il 31 marzo.