Tu si nat in Italy

Il nibbio nominato si schianta contro indifferenza e pragmatismo

Ha avuto grande risalto mediatico la vicenda del povero nibbio reale, esemplare splendido e raro, finito su una pala eolica nei pressi di Bisaccia. Un’ala spezzata per il volatile, poi raccolto da un residente e curato dal veterinario. La Lipu-Birdlife Italia, associazione ambientalista, parla di grave episodio accaduto presso l’impianto eolico di Bisaccia, in provincia di Avellino, vicino al confine con la Puglia. Nel comunicato si parla dei fatti di Benevento. Ma siamo certi si tratti di una distrazione del redattore. 
Il comunicato prosegue: “Lo ripetiamo da anni: lo sviluppo del settore eolico è avvenuto con modalità distorte che hanno causato scempi di territorio e danni alla natura, dalla Puglia al Molise, da Campania e Basilicata fino alla Calabria e alle Isole – dichiara Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu-BirdLife Italia – Tali impianti, spesso sovradimensionati rispetto alla reale sostenibilità ambientale, sono stati sorretti con incentivi generosi e realizzati in assenza di una programmazione seria, che avrebbe evidenziato, in molti casi, l’inopportuna localizzazione di queste pale, che andavano realizzate solo in aree già degradate e lontano dalle rotte migratorie e dalle zone di forte presenza degli uccelli”.
  
   Gli animali, almeno sul web, fanno quasi sempre notizia. Ma questa volta, a leggere i commenti sui principali siti internet del Sud Italia, il “popolo del web” ha reagito diversamente. In alcuni casi c’è stata quasi una rivolta anti-animalista. Commenti non certo teneri verso gli ambientalisti in generale. L’eolico, questa è l’impressione, non viene visto come il male assoluto. E un uccello ferito, rispetto allo sviluppo energetico di un territorio e di una nazione, è ben poca cosa. Questo, chiariamolo, è emerso dai commenti. “Gli uccelli – scrive un lettore – impareranno a cambiare rotte”.. 
Il web, chiariamo anche questo, non è sempre espressione della maggioranza. Ma in questo caso la vicenda personale del povero nibbio reale non pare aver scosso le coscienze. 
  
  Gli ambientalisti fanno il proprio lavoro, ma è il momento di utilizzare altri metodi per difendere il territorio. A volte è necessario passare dal comodo salotto del web alla strada (o alla campagna). Gli animali non possono essere costantemente tirati in ballo. Una corretta e più efficace informazione sull’eolico è doverosa; e del resto non sono mancati episodi inquietanti in provincia (incendi, racket, inchieste). Ma un povero nibbio indifeso non può fare quello che non hanno fatto i magistrati. C’è bisogno di altro. Soprattutto di questi tempi.