Tu si nat in Italy

Irpinia,tante vertenze, tante sconfitte, tante lacrime: occorre un passo indietro

Si scrive Alta Irpinia ed Ufita...si leggono vertenze. Non c’è ambito che si salvi, non c’è azienda che regga alla ventata di crisi che ormai da mesi attanaglia lo Stivale. L’ultima ma solo in ordine di tempo la questione nata intorno allo stabilimento dell’ A-Technology di Nusco, dirimpettaia dell’Almec con la quale condivide non solo la zona industriale ma anche e soprattutto i guai aziendali. 100 operai senza stipendio da due mesi che vanno ad aggiungersi ai 700 dell'Irisbus di Valle Ufita e alle maestranze dell’Almec, circa 280 unità. Se è la somma che fa il totale e se al totale aggiungiamo l’indotto relativo alle aziende sopracitate si superano le 5000 persone coinvolte in quello che è il peggior momento per l’intero territorio. All’A-Technology che, come si legge ‘opera da anni nel settore delle tecnologie dei materiali compositi avanzati creando un prodotto di notevole versatilità a prezzi competitivi sul mercato nazionale. La gestione del prodotto va dalla progettazione fino al collaudo finale e al trasporto assicurando al cliente la conformità alle più esigenti richieste’, si è passati alla linea dura, sciopero ad oltranza e alla manifestazione davanti al municipio di Nusco. La pazienza è finita, soprattutto perché, la speranza e l’entusiasmo stanno lasciando spazio alla rassegnazione e alla rabbia. Tanti colpevoli per una situazione che sta mettendo in ginocchio un’intera provincia ma soprattutto tantissime vittime che in tutti questi mesi non hanno avuto un vero e proprio interlocutore al quale rivolgersi. Ci si chiede, il Ministero di quale sviluppo reggerà Paolo Romani quando di sviluppo in Italia, ma forse è il caso di parlare del Sud, non ce ne sarà più? Quale Regione governerà Caldoro quando la Campania diventerà una grande discarica o peggio un quartier generale della sopravvivenza a tutti i costi? O anche, quali comuni amministreranno i Sindaci quando i piccoli centri irpini diventeranno deserti senza lavoro e senza futuro? Servirebbe a questo punto, ma forse è già troppo tardi, un gesto eclatante, qualcosa che smuova gli animi e cha magari infonda speranza ai tanti operai e maestranze varie che oramai l’hanno persa. E' il caso che qualcuno inizi a pensare seriamente a ridimensionarsi, iniziando simbolicamente a consegnare quelle fasce che oramai non sono altro che simboli di una battaglia persa, quella  della sconfitta della politica. Di chi ha dovuto arrendersi passivamente alle logiche di mercato della globalizzazione e si è dimostrato incapace di difendere le ragioni della propria gente. Siamo davvero in una fase molto critica della politica italiana legata al lavoro e allo sviluppo: considerando che, se continueranno a chiudere fabbriche, i recenti tagli alle scuole, i mancati fondi agli Enti locali, il ridimensionamento  di ospedali e dismissioni dei presidi della Legalità come i Tribunali, davvero in Irpinia e in altre zone del Sud ci sarà ben poco da amministrare…     Ovunque nei Paesi democratici il senso di responsabilità di una classe dirigente si misura anche sulla base della capacità che essa ha di fare un passo indietro quando le circostanze lo richiedono....