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La neve prima o poi si scioglierà ...Protezione civile: l'Irpinia crea, l'Irpinia distrugge?

Irpinia 1980. Friuli 1976. Inutile rimarcare gli episodi, è noto a tutti cosa successe in quegli anni  in cui nacque per la prima volta l'esigenza di un organo che regolamentasse l'emergenza. Avevamo bisogno di quella che, da allora in poi, si sarebbe chiamata 'Protezione civile'. Lo Stato in quella tragedia fu vicino alle popolazioni colpite stanziando fondi da gestire a livello locale e nominando un Commissario Straordinario, Giuseppe Zamberletti considerato in qualche modo il padre fondatore della Protezione Civile. In realtà il dipartimento fu istituito più di dieci anni dopo, nel 1992, ma all’indomani dei due terremoti iniziò a fare capolino la necessità di istituire un organo vero e proprio, non più sottoposto, come nel passato, al Ministero degli Interni, ma un sistema che si occupasse di previsione e prevenzione in tema di eventi straordinari nonché di gestione di emergenze. La legge che attualmente disciplina il Sistema Nazionale della Protezione Civile è, dunque, la 225/92. Da allora molto è cambiato, si è passati da una gestione all'altra da un commissario all'altro, ovviamente tra diverse esigenze. E per un Bertolaso che va c'è un Gabrielli che arriva. L'uno fortemente presenzialista in caso di crisi, l'altro, forse, esageratamente all'opposto. L'ultima visita di Zamberletti in Irpinia, a distanza di 31 anni in occasione del convegno organizzato da Officina Solidale in collaborazione con il Comune di Teora sul tema del volontariato , ci aveva riportati nel passato ricordandoci il perchè di quel senso di gratitudine nel confronti di quella nascente figura che all'epoca risultò tanto solidale quanto utile. Sono passati appunto 31 anni. Quella che allora era una tragedia oggi è soltanto un'emergenza ma perchè dunque la Protezione Civile è sotto accusa? Punto della discordia l'ormai famoso articolo 10 del 2011 che, in estrema sintesi, disciplina gli interventi urgenti ed indifferibili. E allora giù con le polemiche tra Alemanno( “La protezione Civile non esiste più nulla dopo Bertolaso, sono solo dei passacarte”) e Gabrielli (“Rimettersi al gioco delle previsioni è al momento impraticabile”). Battibecchi tra comunicati stampa e sulla rete. Fino alla svolta. ''La legge 10 sulla Protezione Civile sara' rivista” E' quanto emerso al termine dell'incontro di palazzo Chigi tra governo ed Enti locali sulla gestione dell'emergenza maltempo degli scorsi giorni "Ne abbiamo parlato nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri, ci siamo impegnati a studiare un percorso per procedere alla modifica della legge 10, questa e' volonta' anche del governo" ha detto il ministro dell'Interno Cancellieri” aggiungendo "ai tempi tecnici, si fara' il prima possibile". Secondo Gabrielli (e non solo) questa legge “ha depotenziato il Dipartimento, subordinandone gli interventi all’ok di ministero dell’Economia e Corte dei Conti”. Il premier Mario Monti ha firmato intanto il decreto che assegna al prefetto Gabrielli il “coordinamento degli interventi” e “l’adozione di ogni indispensabile provvedimento” per far fronte alla prossima emergenza, e il capo della Protezione civile ha subito preso carta e penna per invitare le Regioni ad “attivare ogni necessaria misura preventiva” richiedendo alla stessa Protezione civile nazionale “l’attivazione di risorse pubbliche e private”,  in termini di “mezzi, materiali e beni”. Non solo. Il presidente dell'Associazione comuni, Graziano Delrio, applaudito da Alemanno, ha dichiarato che i sindaci sono pronti a "restituire le deleghe che li nominano sul campo prima autorità di Protezione civile" aggiungendo che, "Non possiamo muovere i vigili del fuoco né la Protezione. Responsabilità tante, autonomia zero". Dunque c'è da chiedersi, ci voleva l'ennesimo dramma per ricostruire un sistema che palesemente faceva acqua da tutte le parti? Si. Lucidissima in merito l'analisi di Stefano Ventura, storico teorese dell'Osservatorio Permanente sul doposisma “Tutto questo insieme di regole e comportamenti- scrive- non può certo manifestarsi per incanto alla caduta del primo fiocco di neve, ma va preparato, così come va diffusa una cultura capillare e partecipata di Protezione civile. Pensiamo al rischio sismico: i comuni sono obbligati a dotarsi di un piano di Protezione Civile, a verificarlo, a tenere esercitazioni e a diffonderlo. Anche su questo tema negli ultimi tempi si è avuto modo di polemizzare, ma la programmazione e la pianificazione pubblica troppo spesso eludono gli scenari di lungo termine, a vantaggio del tornaconto immediato. Insomma, polemizzare è inutile se fine a se stesso, sarebbe meglio iniziare un processo serio e partecipato che metta al lavoro tutti quelli che possono dare un contributo reale. Passata l'emergenza, sciolta la neve, dovremmo avere cura di continuare a stimolare le istituzioni comunali, provinciali e regionali affinchè adottino o perfezionino i propri piani di Protezione Civile, puntando al pieno coinvolgimento del mondo del volontariato, che in Irpinia esiste, opera e si impegna, e anche coinvolgendo scuole, enti e strutture di ricerca, professionalità e competenze plurali” (leggi qui la nota integrale). E' proprio il caso di dirlo, dunque, le polemiche fioccano...Oggi lo fanno intensamente su Roma epicentro del battibecco, ma la vera emergenza in queste ore, e sembra che anche i media se ne siano finalmente accorti, è l'entroterra Irpino. E il cerchio si chiude sulla Protezione civile: l'irpinia crea, l'irpinia 'distrugge'?