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Lioni - Salzarulo tira le somme dei due mandati: "La Regione Campania è stato il nostro virus"

La prossima primavera si voterà in 28 comuni in Irpinia. Proprio con l’avvicinarsi di tale occasione è il Sindaco di Lioni Rodolfo Salzarulo a parlare e  fare un resoconto dei suoi due mandati che hanno visto il raggiungimento di alcuni traguardi, ma anche la lotta continua con difficoltà amministrative ed economiche.
- Sindaco le elezioni sono ormai alle porte e lei sta per concludere il suo secondo mandato: qual è il bilancio di questi ultimi 5 anni, ma più in generale dei due mandati? Quali sono stati i pro e i contro?
“Il bilancio è sicuramente positivo, soprattutto tenendo conto della pesantezza degli ultimi 5 anni che sono il periodo della più grande crisi della storia repubblicana d’Italia. Abbiamo dovuto fare i conti con personale ai minimi, con risorse ai minimi, con un patto di Stabilità che ci ha strangolati, rendendo impossibili investimenti già programmati.
Porto un esempio su tutti: avevamo già fatto la gara d’appalto per un campo di fotovoltaici su un terreno incolto demaniale che avrebbe portato ad un risparmio di 200mila euro l’anno di energia elettrica e non abbiamo potuto farlo perché mancavano le risorse per un mutuo.
Dunque tenendo conto della pesantezza della crisi che non ci ha permesso di fare ciò che avremmo voluto con le risorse del Comune e quello che poi abbiamo concretamente fatto, dico che il bilancio è sostanzialmente positivo”, esordisce così il Sindaco di Lioni, aggiungendo: “Purtroppo i tempi di realizzazione non sono stati rispettati perché gli investimenti devono essere fatti in maniera frazionata e soprattutto perché abbiamo avuto un grande virus: la Regione Campania. Essa ha scaricato i problemi del suo Patto di Stabilità sui Comuni. Investimenti storici concessi dalla Regione per i grossi interventi di infrastrutture e per dare un aspetto e una funzionalità al tessuto comunale, non sono stati pagati.
La Regione ci deve solo di mutui suoi che noi abbiamo già anticipato 1 milione e 320mila euro. Ci deve anche oltre 2milioni e mezzo di euro di conti su opere pubbliche.
A Lioni abbiamo realizzato diverse opere, tra cui il parcheggio alle spalle del Comune e le case popolari estinguendo la parte di mutuo che toccava al Comune, mentre la Regione deve ancora pagare la sua parte a distanza di anni”.
“Ci sono state anche difficoltà politiche: a metà consiliatura è andato via un assessore con la motivazione di non avere abbastanza autonomia. Ma l’autonomia dipende sempre dall’operatività. Se uno opera può avere autonomia, se uno alza il telefono e ordina di fare le cose, quella non è autonomia, quella è zona di pascolo riservato e questo non si può consentire a nessuno. Qui invece ognuno si occupa concretamente e con impegno di qualcosa: la Dott.ssa Giallanella si occupa di sanità e questioni sociali, Salvatore Ruggiero si occupa di lavori pubblici. Andrea Pezzella si occupa dei rifiuti e urbanistica (da quando lui ha insediato la nuova commissione mista di maggioranza e minoranza non abbiamo più arretrati in giacenza di richieste di permessi di costruzione. Non si perde più tempo), Maria Di Conza si occupa di scuola e cultura, Verderosa di giovani associazioni, Giuseppe Albanese si occupa di attività produttive e il Sindaco si occupa della gestione ordinaria del Comune”.
- Anche alla luce di quello che ha detto quali sono i progetti attualmente in cantiere? Conta di definirli o finirli prima delle prossime elezioni?
“Inaugureremo il nuovo Centro per l’Aggregazione dove era il vecchio asilo nido, con postazioni computer, la Biblioteca, il Centro Informa Giovani, il Forum dei Giovani. Abbiamo chiuso questo progetto del Gal Cilsi, realizzato con una compartecipazione forte da parte del Comune.
Completeremo la Piazza perché siamo ad un processo abbastanza avanzato e possiamo contare anche su una cassa abbastanza solida.
Non completeremo, ma porteremo a buon punto i lavori del depuratore e per il rifacimento della rete idrica per circa 2 milioni di euro, su cui avevamo perdite di circa 10/11 litri al secondo; adesso siamo arrivati a tre litri e con i prossimi interventi tra febbraio e marzo si stabilizzerà il flusso. Questi sono lavori che dovevamo chiudere al 31 dicembre, ma anche qui la Regione di due anni ha utilizzato 19 mesi per procedure burocratiche e 5 mesi li ha dati per fare la gare ed eseguire i lavori. Praticamente impossibile.
Porteremo a buon punto il palazzo di proprietà comunale che sta tra via Marconi e la Ferrovia e la sistemazione di quell’area che attualmente è un po’ malmessa”. 
Dunque diversi progetti in cantiere a cui il Sindaco aggiunge: “Case popolari: di 220, riusciremo a consegnarne almeno 180 o 190 entro marzo/ aprile. Questo perché abbiamo un grosso ritardo sulle opere di urbanizzazione perché la Regione non paga
Stiamo completando l’autostazione e per febbraio marzo la completeremo e ne metteremo a gara la gestione a privati. Anche qui abbiamo un forte ritardo perché la Regione non ha ancora pagato, ma pare che quello che abbiamo anticipato ce lo diano adesso e con quei soldi riusciremo a completare.
Abbiamo fatto un grosso passo avanti sulla raccolta rifiuti: in questi giorni si sta chiudendo l’ultima fase per il completamento del Foro Boario dove i cittadini potranno portare materiale differenziato e che potranno a regime scaricarseli dalla bolletta. 
Per i rifiuti, da febbraio/marzo (non siamo riusciti prima per una serie di ragioni legati al conflitto storico con IrpiniAmbiente), cominceremo anche in campagna la raccolta differenziata. Un progetto che avrebbe dovuto cominciare tre anni fa e che non è partito anche per i problemi posti dall’Ato che pensa di imporci un sistema territoriale che va da Montella a Monteverde che aumenta i costi di smaltimento dei rifiuti perché si tratta di una distanza di 80 chilometri percorsi su strade malmesse.
Per la raccolta differenziata abbiamo raggiunto il 71% e abbiamo ridotto le tariffe rifiuti da 1 milione e 250mila euro a 800mila euro. 
Stiamo completando la ristrutturazione dell’Area Commerciale che era stata fatta con i prefabbricati del 1981 e non si era mai più fatto un intervento serio. Nelle prossime due-tre settimane apriremo la strada e nel giro di due-tre mesi completeremo questo grosso parcheggio con la presenza anche di pannelli fotovoltaici. Anche qui noi abbiamo fatto grosse anticipazioni che la Regione deve ancora pagare”
Grandi progetti anche in ambito scolastico: “Stiamo completando il riassetto delle scuole superiori. Da settembre la sede dell’Istituto alberghiero e quella di Geometra e Ragioneria saranno invertite. Per il trasferimento dalla Provincia abbiamo avuto 550mila euro. Abbiamo, però, criticato duramente le scelte fatte sui Poli Formativi. Non abbiamo condiviso anche la decisione di fare un struttura alberghiera nuova a Nusco, quando è già presente a Lioni, ci sembra un eccesso, una duplicazione inutile”.
- Sindaco, Lioni non è più quella di una volta: la sera per le strade mancano i giovani, la gente che acquista nei negozi è poca e molti esercizi chiudono. Come è cambiata la qualità della vita a Lioni? Ma soprattutto responsabilità della politica o della situazione economica attuale?
“Parlare di colpe è sempre molto avventuroso. Ci sono sicuramente delle ragioni che si possono individuare: la grande portata della crisi che oltre all’intensità ha messo insieme anche la durata di 6 anni che ha portato ad una decrescita del 40%. Perché Lioni più degli altri paesi?
Lioni su 6.300 abitanti ha 1000 partite Iva e questo significa che è tutto connesso con le attività produttive che sono andate in crisi. Avvengono così i licenziamenti, si riducono gli stipendi e di conseguenza i consumi interni. 
Dunque l’anello debole è proprio questo: avere tanti lavoratori autonomi. Il nodo sta quindi nella composizione del capitale umano di Lioni, che ha sempre fatto da sé.
A questo si aggiunge il Decreto Tremonti del 2010 che ha applicato forti tagli ai comuni. Lioni nel 2010 aveva dallo Stato 2 milioni e 600mila euro, nel 2015 ha avuto 717mila euro. Il resto viene da TASI, IMU e TARI.
Dunque accanto alla diminuzione della domanda si aggiunge l’aumento della tassazione locale per compensare gli ammanchi dello Stato.
Tutti quei paesi con meno di 5000 abitanti come Sant’Angelo dei L., Nusco, Conza, Teora, ecc. hanno avuto maggiori finanziamenti perché secondo lo Stato i paesi più grandi hanno maggiore possibilità di attingere alla tassazione locale.
Oltre a tutto questo, però, c’è anche un difetto di Lioni: il popolo non si rinnova. Aprono sempre la stessa tipologia di esercizi commerciali”.
- Alle prossime elezioni non potrà più candidarsi per i due mandati consecutivi. Quale sarà il suo ruolo per continuare nei progetti dell’ultimo decennio?
“Io penso che si tratti di partire da questa amministrazione per disegnare la prospettiva futura. Anche perché in questa amministrazione ci sono consiglieri eletti per la prima volta, per cui con un innesto di novità giovanili si potrebbe andare ad una prospettiva nuova. Io chiederò che si facciano le primarie nel Pd per scegliere il sindaco e se c’è qualcuno di questa amministrazione che intenda partecipare lo sosterrò.
Sono disponibile a candidarmi in lista e fare il consigliere comunale se mi verrà chiesto.
Non ho l’esigenza fisica di farlo. L’esigenza mentale però sì, perché ci sono progetti aperti e percorsi da completare. Però, se anche mi dovessi candidare non vorrò avere un ruolo esecutivo nell’amministrazione perché ho la perfetta coscienza che 10 anni di sindaco sono troppi, perché ci si abitua ad un modo di vedere il paese che era buono per i dieci anni passati. Poi c’è bisogno di aria fresca. Ci vuole un’innovazione: se facessi il sindaco per altri cinque anni sarei una devastazione per il paese.
- Cosa ne pensa della situazione che si è creata nel Pd, sia quello che sta succedendo ad Avellino, sia la questione del segretario De Blasio?
La sfiducia a De Blasio non è passata, ma nemmeno la fiducia. Io se fossi stato in De Blasio mi sarei dimesso, ma il segretario non ha a cuore il Pd, ha a cuore solo la propria piccola poltroncina. Forse sono anche quei pochi che ha alle spalle che gli impongono di stare al suo posto.
Così, però, sta facendo perdere il rispetto della politica. Il Pd non esiste più. Prima il partito era arrivato ad essere una serie di bande l’una contro l’altra, adesso nemmeno più bande ci sono. Ci sono una serie di ditte individuali che hanno occupato spazi del partito e se li gestiscono in proprio.
A Lioni è stato fatto il congresso solo alla fondazione nel 2007/2008 e poi nulla più. Non si fa una riunione di sezione da tempo immemore, si apre solo per il tesseramento.
Il Pd è diventato un votificio e così sta negando il suo essere partito. Non c’è confronto.
Il dramma è che il Pd non opera e dunque c’è la deriva”.
- Secondo lei questa situazione potrà avere delle ricadute nelle prossime elezioni?
“Assolutamente si!” 
- di Imma Finelli -