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Acqua pubblica o acqua privata? Padre Zanotelli e Montalto sollecitano il diritto alla resistenza

“Acqua pubblica per un servizio pubblico!”, così ha esordito il sindaco di Montella Ferruccio Capone in occasione dell’assemblea pubblica “L’acqua appartiene al popolo” che si è tenuta questa sera presso il Centro Sociale di Montella, continuando: “I sindaci sono soci dell’Alto Calore e come tali hanno il diritto di decidere, cosa che però ci è stata preclusa”.
Uno slogan che ha rappresentato il filo conduttore dell’incontro che ha visto avvicendarsi sul palco una serie di personalità importanti del mondo della politica e della società civile che si stanno battendo contro la privatizzazione dell’acqua.
Seduti intorno allo stesso tavolo gli ospiti Maurizio Montalto presidente del comitato napoletano in difesa dell’Acqua Bene Comune IISPA, Padre Alex Zanotelli, la consigliera comunale Nadia Arace, Roberto Montefusco di Sel e il moderatore Marco Staglianò direttore del giornale online Orticalab.
Seduti tra il pubblico l’On. Giancarlo Giordano,Raffaele Aurisicchio, Enzo Venezia ex sindaco di Avellino, Michele Di Maio sindaco di Calitri, Mario Salzarulo del Gal Cilsi, l’avvocato Leonida Gabrieli.
Presenti anche i rappresentanti dei comitati ambientalisti tra cui Francesco Celli del comitato “No eolico selvaggio” e Roberto De Filippis del comitato “No triv”, perché la tematica della salvaguardia dell’acqua permette di allargare il discorso alla difesa di tutte le ricchezze di questo territorio, battendosi contro ogni tentativo di distruggerle.
“Io con il consigliere Giordano e gli altri che condividono la nostra battaglia presenteremo al Consiglio comunale una mozione che possa dare forza ai sindaci che vogliono l’acqua pubblica”, ha dichiarato Nadia Arace, aggiungendo: “Lavoreremo per riuscire a costruire un’azienda pubblica, un’azienda speciale consortile. Ci siamo appellati alle istituzioni e a De Luca affinché lascino maggiore libertà decisionale ai sindaci”.
Tanta voglia di reagire perché ciò che si vede ultimamente è “un’aggressione costante e sistematica alle risorse del territorio”.
È stata poi la volta di Roberto Montefusco coordinatore cittadino di Sel che si è ricollegato alla critica sollevata già dal sindaco Capone nei confronti del presidente di Acs Lello De Stefano di aver estromesso le fasce tricolori dalle decisione dell’Ente: “De Stefano ha intavolato un incontro con Gesesa senza il permesso dei sindaci e con la convinzione che Gesesa avrebbe salvato l’Acs”.
“Grazie ai comitati e alla stampa, però, la tematica è stata finalmente portata su un piano democratico sotto gli occhi di tutti”, ha spiegato Montefusco, concludendo in maniera molto critica: “L’Alto Calore è solo un luogo di clientele e mala gestione, basta guardare al caso degli appalti irregolari che è venuto fuori in questi giorni. Non basta dire no all’unione tra Acs e Gesesa, ma bisogna proseguire la strada dell’azienda speciale consortile per garantire realmente un servizio pubblico”.
“Ci sono molte cose da proteggere qui oltre all’acqua. Io propongo una campagna di volantinaggio davanti alla sede dell’Acs per far capire che c’è gente che si batte realmente per il bene del’Ente”, attaccando direttamente l’operato del presidente De Stefano, di cui “ho chiesto le dimissioni”, ha insistito Giordano.
“Bisogna far crescere l’attenzione sul problema. Bisogna capire che c’è un’azienda che ha perdite ma anche crediti”, ha concluso Giordano.
Un’idea ripresa immediatamente da Enzo Venezia: “Dobbiamo leggere per bene i bilanci, per verificare i debiti e i crediti con chiarezza. Le cifre possono essere usate per dimostrare che la scelta migliore è quella della gestione pubblica”.
“Perché non si fa una gara pubblica, invece dell’affidamento? Deve vincere chi ha i requisiti per farlo in una gara pubblica. Per il pubblico gli ultimi sono importanti, per il privato non sempre è così”, ha chiosato Venezia.
Parole critiche nei confronti di chi cerca di trarre profitto dalla gestione dell’acqua sono arrivate da Maurizio Montalto: “Si parla soltanto di soldi quando si affronta il tema acqua. Questo approccio è assurdo perché l’acqua è un bene comune e dunque si dovrebbe parlare di diritti umani. L’Alto Calore ha come obiettivo il profitto, per questo si punta alla privatizzazione. Dobbiamo trasformare la nostra forma mentis”.
“Sotto tutto questo sistema di fusioni nella gestione dell’acqua c’è un progetto più ampio: l’accorpamento del Centro-Sud Italia sotto l’Acea”, ha denunciato Montalto, spiegando che i sindaci sono tenuti sempre più fuori da queste decisioni, mentre: “la comunità deve poter curare la propria acqua”.
Critiche sono state soprattutto contro la nuova legge regionale sull’acqua che è “la morte della gestione pubblica. È una legge idrica che non parla di acqua, ma solo di un meccanismo di accorpamento”.
“Un’ipotesi di salvezza potrebbe essere quella di costruire una rete di comitati e movimenti in tutta Italia, anche se i temi sono differenti, ma vi è un comune denominatore: forti azioni di resistenza”, ha dichiarato Montalto.
Da qui una riflessione sul diritto alla resistenza: “La vera riforma da fare oggi è l’introduzione del diritto di resistenza nella costituzione, supportata anche da una rete di sindaci di buona volontà e che sappiano quello che vogliono”, ha concluso Montalto.
A concludere la discussione Padre Alex Zanotelli: “Voi avete qui il tesoro più grande e prezioso: l’acqua. Siete voi che date da bere a Napoli, alla Puglia. L’acqua è vita, tutto nasce dall’acqua”.
Parole pacate, ma taglienti come lame che hanno investito a pieno la politica: “Siamo davanti ad una crisi ecologica spaventosa. Come abbiamo potuto permettere al Parlamento italiano di privatizzare l’acqua che è un bene di tutti. Anche il Papa ha detto che l’accesso all’acqua è un diritto umano di tutti”, si è interrogato Zanotelli con un pizzico di rammarico.
Si è passati poi ad un forte attacco al governo regionale: “De Luca ha vinto le elezioni predicando la ripubblicizzazione dell’acqua, ma il suo primo atto è stato quello di andarci contro”, riferendosi anche ad uno scambio con la presidente del Consiglio regionale D'Amelio: “Le dissi: “ i tuoi nipoti ti malediranno” e per questo lei mi diede la disponibilità a proporre un maxiemendamento alla norma”.
Una bacchettata è arrivata anche per la comunità: “Come popolo non ci siamo, non riusciamo a capire la gravità del problema”; da qui una proposta per sensibilizzare la popolazione: Sindaci, preparate una lettera e mandatela ad ogni famiglia per spiegare cosa sta succedendo. Cominciamo a ragionare insieme”.
Insomma sul quesito,acqua pubblica o acqua privata?, i comitati e parte della politica sono d’accordo con la prima ipotesi. Ora si attende il coinvolgimento reale del resto delle istituzioni.