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Calitri - Forum sull'Ambiente, Di Maio "Maggiore attenzione per Ambiente e Industria"

Grande partecipazione al forum  “La difesa dell’ambiente come occasione di sviluppo nell’ambito del Progetto Pilota della Comunità dell’Alta Irpinia”, che si è svolto questa mattina a Calitri in una Casa dell’Eco gremita.
Tutti hanno voluto essere presenti dai cittadini, ai vari politici locali, passando per i rappresentanti dei comitati No Triv e No Eolico Selvaggio.
A moderare l’incontro il sindaco di Calitri Michele Di Maio, al cui fianco hanno preso posto il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, il deputato Giancarlo Giordano e l’On. Luigi Famiglietti.
Hanno partecipato alla riunione il presidente della Provincia Domenico Gambacorta, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, l’ex Senatore Enzo De Luca, Valentina Paris responsabile naz.le Pd Enti locali, il consigliere regionale Carlo Iannace, Francesco Todisco, Lucio Fierro presidente del Cna, Michele Buonomo Presidente Legambiente Campania e i rappresentanti dei vari comitati come Enzo Tenore del Coordinamento Comitati “No Eolico” e Mario Salzarulo del Gal Cilsi.
Presenti in sala anche molti sindaci: Marcello Arminio di Bisaccia, Rodolfo Salzarulo di Lioni, Rosanna Repole di Sant’Angelo dei L., il primo cittadino di Teora Stefano Farina, Ferruccio Capone di Montella, il sindaco di Sant' Andrea di Conza, Gerardo D'Angola.
Un confronto particolarmente sentito a cui hanno voluto partecipare tutti, nei rispettivi ruoli, per poter discutere di un tema molto delicato: ossia la difesa e salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse attraverso politiche concrete che possano innestarsi direttamente nel programma del Progetto Pilota di cui l’Alta irpinia è capofila.
“Il Progetto Pilota ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo, ma nel programma non c’è alcun accenno all’Artigianato, all’Industria ma soprattutto all’Ambiente”, ha esordito così il primo cittadino Michele Di Maio, continuando: “Sono tanti i punti su cui bisogna insistere: istruzione, mobilità, salute, agricoltura”.
Di Maio ha voluto subito mettere in chiaro le sue idee sottolineando le prerogative a cui bisognerebbe dare maggior attenzione nell’ambito del Progetto Pilota.
“È indispensabile riaprire la Ferrovia Avellino – Lioni – Rocchetta per il commercio e per il turismo”, ha dichiarato Di Maio, aggiungendo: “È importante creare alternanza Scuola-Lavoro per migliorare l’istruzione, oppure migliorare la sanità facendo del “Criscuoli” di sant’Angelo una struttura di emergenza/urgenza”.
“Ciò che, però, manca veramente nel documento del Progetto Pilota è la parola Ambiente eppure viviamo in un territorio ricco di eccellenze come la castagna di Montella, il tartufo di Bagnoli e risorse come l’acqua che non possono essere tenute fuori dal Progetto Pilota”, dunque un Di Maio agguerrito che ha attaccato l’operato della politica, elogiando invece il lavoro di sensibilizzazione dei comitati e del Gal Cilsi che sono riusciti a portare avanti il Contratto di Fiume dell’Alto Ofanto e si battono per la difesa dell’Ambiente.
Ci vuole una posizione politica immediata da parte della Regione. Da solo il Progetto Pilota non basta per sconfiggere il male di queste terre: lo spopolamento.  Serve lavoro: abbiamo sperimentato la green economy e non ha portato alcun beneficio né in termini economici né di occupazione. La situazione è tragica per quanto riguarda l’eolico, ma credo che un futuro ecosostenibile per le aree interne sia ancora possibile”.
Un’introduzione che ha mostrato una situazione difficile per la tutela ambientale dell’Irpinia al cui grido d’aiuto sembra restare sorda la politica.
Un duro attacco al progetto Pilota e alle sue mancanze è arrivato anche dal presidente del Cna Lucio Fierro  che ha dichiarato: “Ci sono buchi colossali in questo progetto: non c’è industria, turiamo e sull’artigianato si dicono solo fregnacce”, sottolineando ancora una volta il problema dello spopolamento: “La difesa del territorio qui è la difesa di un cimitero se le nuove generazioni vanno via. Un Progetto di questo tipo non serve a nulla se non aiuta i giovani a creare auto impiego”.
Un’idea condivisa anche dal preside dell’Istituto “Maffucci” di Calitri Gerardo Vespucci, che ha ironizzato: “Nel 1997 eravamo qui a parlare delle stesse cose di oggi: industria e agricoltura. Intanto ogni anno 500/600 giovani vanno via e la politica non riesce a creare le condizioni per tenerli qui. I ragazzi devono essere liberi di scegliere di non tornare, ma non essere costretti a farlo. Bisogna ripartire dalla scuola; per esempio la Fiera di Calitri potrebbe diventare un centro di formazione per tutti, così come lo potrebbe essere il Goleto”.
Il Progetto Pilota si è ridotta ad un assise di sindaci che non ascolta i territori. Qui sono arrivati buzzurri che hanno fatto le proposte economiche che volevano e noi li abbiamo fatti entrare, spesso ringraziandoli. E questo è il risultato: un territorio distrutto da interessi personali”, ha commentato aspramente Enzo Tenore rappresentante dei Comitati No Eolico, continuando: “Abbiamo bisogno di nuove opportunità, ma finché chi sta al potere non lascerà spazio di parola e azione questo non sarà possibile”.
Il vero problema di chi partecipa al progetto Pilota, però, sembra essere quello di non essere avvezzo al confronto, trovando così più difficoltà a ricercare una soluzione immediata e concreta. Una mancanza di confronto che molto spesso è stata sottolineata dai comitati e che anche oggi è sfociata in un piccolo alterco tra il sindaco di Montella Capone e Mario Salzarulo del Gal Cilsi.
All’affermazione di Capone: “Noi siamo pronti a dialogare per il bene di questo territorio”, è scattato in piedi Salzarulo che ha urlato: “Ma Quando? Diteci quando questo avverrà!”.
Secondo Giordano il problema, invece, sta nell’incapacità non solo di dialogare ma anche di sapersi organizzare: “Si continua a non darsi una scaletta di priorità e se siamo qui a 5 giorni dalla conclusione del Progetto Pilota a chiedere che siano inseriti altri punti, allora c’è stato un deficit di discussione”
La vera questione per Giordano sembra essere “la domanda di giustizia che chiede questo territorio scempiato e a cui la politica non sa dare sollievo”. Da qui il passo alla vicenda dell’Alto Calore è breve: “Nella gestione dell’acqua decidano i sindaci. Lello De Stefano o coinvolge i sindaci nelle decisioni dell’Ente, oppure, se ha deciso di presentare un piatto già pronto, è meglio che si dimetta subito!”.
Ma mentre tutti gridavano all’imminente scadenza del Progetto Pilota, il sindaco di Sant’Angelo dei L. Rosanna Repole ha bacchettato tutti: “Non siamo a conclusione di nulla. Questa è solo una seconda fase del progetto, dunque se si vuole integrare qualcosa lo si può fare. Si può ancora recuperare anche se è stato perso un po’ di tempo per trovare vie di collaborazione tra i sindaci”, continuando: “Per me l’ambiente è un valore da rispettare, quindi la mia amministrazione delibererà sul vincolo paesaggistico e la difesa dei beni comuni come l’acqua”.
Insomma un dibattito molto acceso, come è giusto che doveva essere data l’importanza dei temi trattati a cui è arrivato, a corollario, l’intervento del vicepresidente Bonavitacola.
Ci vorrebbe un’educazione al rispetto nel Progetto Pilota. Occorre recuperare uno stile di vita all’insegna del rispetto delle persone. Il Progetto è il segno di un pentimento dello Stato che si è accorto che esistono anche le aree interne”, ha esordito Bonavitacola aggiungendo: “Nei prossimi giorni ci sarà la possibilità di integrare il documento e la Regione può dare una mano creando sinergie. Dobbiamo costruire un’immagine positiva di questa Regione e per farlo bisogna cancellare le brutture del passato come l’idea di congestionare la fascia costiera e abbandonare le aree interne”.
“Ciò che propongo è fare dell’Alta Irpinia un biodistretto per lo sviluppo economico e ambientale del territorio. Bisogna difendere l’acqua, fermare le trivellazioni che qui sono un suicidio e l’eolico selvaggio. Bisogna puntare sul riciclo dei rifiuti, le risorse dei boschi e la riapertura della Avellino-Rocchetta che è il simbolo di questo biodistretto e permetterebbe di creare un itinerario di grande interesse turistico e naturalistico, oltre che economico per le Asi”. - di Imma Finelli -