Copertina di Nature Reviews Nephrology per uno studio del professore Capasso

L'articolo, a prima firma del direttore scientifico di Biogem, Giovambattista
Capasso, riguarda i meccanismi alla base del declino cognitivo nella malattia
renale cronica, e segna l'affermazione definitiva, al più alto livello
scientifico internazionale, di un percorso di studi incentrato sulle molteplici
interrelazioni tra rene e cervello. "Una linea di ricerca – chiarisce il
professore Capasso – alla base del progetto internazionale CONNECT 2020-2024,
sostanzialmente coordinato da Biogem, con l'obiettivo di studiare i meccanismi
che legano la funzione renale a quella neurologica". "Nel 2010 –
spiega Capasso - si comprese per la prima volta che il decadimento della
capacità cognitiva, tipica di molti pazienti con insufficienza renale cronica,
tendeva a progredire in malattia di Alzheimer nei soggetti sottoposti a
dialisi. Anche per questo, quando ero componente del consiglio direttivo della
Società Europea di Nefrologia - ricorda il direttore scientifico di Biogem -
fui incuriosito dalla prospettiva di studiare i processi attraverso cui il rene
influenza la capacità cognitiva del cervello. Il progetto CONNECT (‘Cognitive
decline in nephro-neurology: European Cooperative Target’) fu approvato alcuni
anni dopo, nell'ottobre 2020, e ha riunito oltre 200 studiosi, provenienti da
28 Paesi Europei, e da alcuni extra-europei, tra i quali USA e Iran. Sono stati
coinvolti, in particolare, ricercatoridi base e clinici, nell’ambito di un programma multidisciplinare,
finanziato da Horizon 2020, con il patrocinio della Società Europea di
Nefrologia". "Fui eletto coordinatore – rivela Capasso – con
Biogem e l'Università Vanvitelli protagonisti dell'iniziativa, e, nell'arco di
cinque anni, abbiamo confermato l’importante ruolo del rene nel decadimento
cognitivo cerebrale, identificando anche molti dei meccanismi e dei fattori
specificamente coinvolti". "Tutto questo – continua Capasso - è
stato oggetto di numerosi convegni scientifici e di oltre quaranta
pubblicazioni su importanti riviste, oltre a tavole rotonde in congressi
europei di nefrologia, geriatria e neurologia. In particolare, abbiamo
organizzato a Napoli il primo congresso internazionale completamente dedicato
alle interazioni rene-cervello, e, a compimento di questo lungo percorso,
abbiamo ricevuto l’invito, da parte della prestigiosa rivista Nature Reviews of
Nephrology, di scrivere una review". "A lavoro pubblicato –
rivela il professore Capasso - abbiamo scoperto, con nostra grande
soddisfazione, che la copertina della rivista è stata dedicata al nostro
progetto, ma per noi si è trattato solo di un punto di partenza. Nel biennio
2024-2025 abbiamo infatti ottenuto due consistenti finanziamenti su questo
tema: il primo, a livello regionale, con Biogem ente promotore, finalizzato
all'identificazione delle tossine uremiche neurotossiche e al loro dosaggio
mediante una tecnologia alla portata di tutti i laboratori; il secondo,
nell'ambito di Horizon Europe, vede Biogem capofila, e ci consentirà di
seguire, per i prossimi tre anni, un gruppo di pazienti con insufficienza
renale cronica, sottoponendoli a test in grado di valutare il grado di
decadimento delle capacità cognitive, ma anche a una risonanza magnetica
funzionale, decisiva per identificare le zone del cervello coinvolte".
"Il primo obiettivo – chiarisce Capasso - è registrare nel tempo
l'eventuale progressione del decadimento cerebrale; il secondo è capire se il
declino cognitivo può essere mitigato facendo ricorso a un esercizio fisico
moderato, consistente in una semplice passeggiata quotidiana, monitorata grazie
a un'applicazione caricata sul telefonino. Lo studio internazionale terminerà
nel giugno del 2028 e sarà accompagnato da ricerche simili, avviate da altri
membri del Gruppo Connect, sparsi per il mondo".
"Gli studi riportati nella copertina di Nature, si concentrano – sottolinea infine il professore Capasso - anche sui meccanismi genetici e molecolari del decadimento cognitivo, garantendo un approccio scientifico sempre più rilevante a quella che può essere considerata una delle frontiere più avanzate della medicina moderna".
