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Crisi del lavoro- Tra lo spettro della Cig e il fantasma 'Contratto Campania'

Il tempo dei bilanci nel Bel Paese coincide sempre più con momento dell’allarme. Quale occasione migliore dell’inizio dell’anno, dunque, per valutare la condizione del lavoro nella nostra provincia? La fotografia emersa dalle ultime analisi fornite dai sindacati è , come ovvio, preoccupante. L’incertezza che aleggia è figlia della crisi nazionale, della crisi regionale e della crisi locale. Le prospettive della nostra nazione considerate a livello generale trovano un preciso riscontro anche in provincia dove ad una situazione già difficile determinata dalla mancanza di lavoro si aggiunge quella galoppante dell’immobilità dello sviluppo. Dati della Caritas hanno evidenziato che oltre il 20% dei nuclei familiari residenti in provincia è al di sotto della soglia di povertà. Da cosa dipenda questa valutazione è presto detto. In primis c’è ovviamente la perdita del posto di lavoro dei capifamiglia, tragica conseguenza della chiusura di numerose realtà produttive del settore industriale. L'Irpinia, come emerge dallo studio della Cgil, ha contato 2.100 nuovi disoccupati negli ultimi mesi, con la disoccupazione giovanile oltre il 55%. Due giovani su tre, ormai sono senza lavoro e senza prospettive di occupazione ed inoltre circa 500 lavoratori nelle prossime settimane rischiano di rimanere senza alcun sostegno economico. Da cosa dipende? Circa 3.365 lavoratori in provincia di Avellino godono attualmente del CIG (cassa di integrazione guadagni), si tratta di un istituto consistente in una prestazione economica erogata dall'Inps in favore di quei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la propria prestazione o che lavorano con orario ridotto. Ne esistono di tre tipi: Cig ordinaria attivabile a fronte di eventi transitori non imputabili all’imprenditore o agli operai, come una crisi temporanea di mercato. Cig straordinaria che traduce una situazione grave di aziende che stanno per chiudere, assoggettate a procedure concorsuale di fallimento o liquidazione coatta, e infine la Cig in deroga che riguarda dipendenti che lavorano in determinate aree geografiche o particolari settori. Sono 513 i lavoratori che in provincia di Avellino godono di quest’ultima misura che purtroppo sta per scadere. Valutiamo inoltre che sono 1.827 i dipendenti in Cig ordinaria e 1024 in straordinaria, un dato allarmante per una provincia assolutamente depressa e con poche prospettive. Basti pensare (considerando naturalmente il dato in relazione al numero di abitanti) che nella provincia di Benevento il numero dei lavoratori in Cig ordinaria è 5 volte più basso(326). A chi tocca analizzare il problema e valutare le possibili soluzioni? Domanda impertinente considerando che le premesse c’erano e si traducevano tutte in un organismo che si sarebbe dovuto occupare tanto di misure anticrisi quanto di incentivi e fondi di garanzia settoriali, ma, (ed ecco la vera impertinenza) qualcuno di voi ha mai realmente sentito parlare di “Contratto Campania. Un patto per l’occupazione e lo sviluppo”?