Tu si nat in Italy

Istat- 2mln di giovani non studiano e non lavorano, la Campania tra le regioni con le quote più elevate

Amara analisi dell'istituto nazionale di statistica sulla attuale condizione lavorativa dei giovani in Italia. Quello che emerge è che oltre 2 milioni di giovani non studiano e non lavoro, peggio di noi in Europa fa solo la Bulgaria. Sono i risultati del rapporto ''Noi Italia'' diffuso oggi dall'Istat.
"Nel 2010- si legge- in Italia piu' di due milioni di giovani (il 22,1 per cento della popolazione tra i 15 ed i 29 anni) risulta fuori dal circuito formativo e lavorativo. La quota dei Neet (acronimo inglese di "Not in Education, Employment or Training, ndr) e' piu' elevata tra le donne (24,9 per cento) rispetto a quella degli uomini (19,3 per cento). Dopo un periodo in cui il fenomeno aveva mostrato una leggera regressione (tra il 2005 ed il 2007 si era passati dal 20,0 al 18,9 per cento) l'incidenza dei Neet torna a crescere durante la recente fase ciclica negativa, segnalando l'incremento piu' sostenuto tra il 2009 e il 2010. In Italia la quota dei Neet e' di molto superiore a quella della media europea (22,1 e 15,3 per cento rispettivamente)" . L'incidenza e' significativamente piu' alta rispetto ai principali paesi europei quali la Germania (10,7 per cento), il Regno Unito, la Francia (14,6 per cento entrambi) e piu' simile a quella della Spagna (che con il 20,4 per cento si colloca al quint'ultimo posto dell'ordinamento). " I divari- emerge dalla nota- riflettono in primo luogo il minore inserimento dei giovani italiani nell'occupazione e, in secondo luogo, la loro maggiore presenza nella condizione di inattivita' (piuttosto che di disoccupazione) rispetto ai giovani degli altri paesi europei. D'altro canto, i risultati danno conto della minore capacita' del mercato del lavoro italiano di includere i giovani con il conseguente rischio che lo stato di inattivita' si trasformi in una condizione permanente. Nella maggior parte dei paesi il fenomeno coinvolge in misura maggiore le donne (mediamente 17,3 per cento contro il 13,3 degli uomini) con divari piu' vicini ai 10 punti nella Repubblica Ceca, in Grecia e in Romania. Anche nel 2010 la crescita dell'area dei Neet coinvolge principalmente i giovani del Centro-Nord, in particolare il Nord-est, dove la crisi ha intensificato i fenomeni di non occupazione. Tuttavia la quota di giovani che non lavorano e non studiano aumenta anche nel Mezzogiorno dove peraltro la condizione di Neet e' di gran lunga prevalente. In tale area l'incidenza del fenomeno raggiunge infatti il 30,9 per cento (contro il 16,1 per cento nel Centro-Nord), ponendo in luce le criticita' di accesso all'occupazione per un gran numero di giovani residenti nel meridione. Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni con le quote piu' elevate (superiori al 30 per cento) seguite da Puglia e Basilicata con valori intorno al 28 per cento. Nel Mezzogiorno- conclude il rapporto- il fenomeno dei Neet e' peraltro cosi' pervasivo da non mostrare nette differenze di genere: il vantaggio per gli uomini e' minimo (28,6 per cento) rispetto a quello delle donne (33,2 per cento)."