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La festa della donna e il 'contorno' della Signora Thatcher...

E se domani non si parlasse di donne? La verità sulla festa della donna è che ogni anno, invece di celebrare l’uguaglianza rischia di mitizzare la differenza. Nulla di più controproducente. Inoltre, in un attimo di banalità ricordiamoci che la data di questa ‘festa’ prende spunto da un fatto estremamente tragico. Nel 1908 le operaie dell'industria tessile Cotton di New York scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, ma l'8 marzo il proprietario bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Scoppiò un incendio e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Fu Rosa Luxemburg che propose questa data come una giornata di lotta internazionale, a favore delle donne. Nulla da eccepire, il ricordo spinge sempre una riflessione ma, fortunatamente, lo fa a prescindere dalle forzature della convenzione. Forse se domani non si parlasse di donne, di condizione femminile, del nuovo femminismo e di parità probabilmente inizieremmo a pensare che quella parità si è davvero raggiunta. Dalla convenzione passeremo all’utopia. Domani intanto, come sempre capita, camera e senato si ricorderanno di discutere di pari opportunità e di diritti negati. In realtà già da ieri a Montecitorio alcuni deputati maschi, e ci tengono a sottolineare che sono maschi, hanno analizzato la possibilità di inserire nella prossima legge elettorale un principio di parità di genere, con penalizzazioni ed incentivi in base alla maggiore o minore presenza di candidate donne. Passando al Senato l'interesse è lo stesso, la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama ha inserito nel calendario dell’Aula alcune mozioni a tema. Tutti documenti sul sesso femminile e sul riequilibrio della parità di genere, se ne discuterà guarda caso proprio domani. Contemporaneamente la questione femminile approderà anche nella commissione Affari costituzionali della Camera. Qui i deputati voteranno il parere dei relatori sui disegni di legge che intendono «promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e delle giunte delle regioni e degli enti locali. L’ennesima iniziativa che per vedere la luce ha dovuto attendere la fatidica data. Meglio l’8 marzo che mai, verrebbe da dire. Ma azzardando un’ipotesi, non è che, per caso, il vero valore della festa della donna lo si deve conquistare prima nei restanti 364 giorni dell’anno per poi celebrarlo l’8 marzo? Sarà che i nostri parlamentari sono più ispirati in questo periodo ma una bella mozione a maggio non farebbe comunque male a nessuno. Intanto il ‘Guardian’ ci mostra i volti delle donne che protestano contro la violenza, contro le ingiustizie ed a favore delle cause che sostengono: determinate, testarde, sfrontate ma soprattutto consapevoli. Eccola la parola d’ordine: consapevolezza. E’ probabilmente questo che oggi manca alle donne, la consapevolezza di essere molto più delle protagoniste di una ricorrenza. La consapevolezza che la differenza va valorizzata, la società deve praticare con convinzione il cosiddetto bilinguismo di genere, ovvero una leadership di uomini e donne, capaci di collaborare alla pari per costruire un modello di capitalismo più sano, più sicuro, più sostenibile. L’uguaglianza non è una cosa che deve esser concessa per legge , la si deve acquisire con consapevolezza. La si raggiunge anche e soprattutto con l’indipendenza di pensiero, prescindendo dal desiderio di ‘sposare quello ricco’, evitando di rifugiarsi nella definizione di ‘sesso debole’ ed abbandonando l’ eredità tipicamente post bellica di chi ci vuole ‘Angeli del focolare’.
‘Ribellandoti a quell’eterno incanto per vederti lottare contro chi ti vuole così innocente e banale donna ’ cantava un Vasco Rossi d’altri tempi…
Detto ciò verrebbe da pensare che davvero sono due le cose che ammazzano la parità: il femminismo e la galanteria. Il primo perché troppo spesso diventa una cieca ed aggressiva difesa delle proprie ragioni, la seconda perché semplicemente a volte non serve essere galanti basta essere educati, per il resto, siamo ben capaci di aprirci una portiera della macchina da sole e se si pensa il contrario dobbiamo necessariamente ricorrere alla cieca ed aggressiva difesa delle nostre ragioni…
E voi, donne, non vi offendete se quest’anno non arriveranno mimose, sembra infatti che la neve le abbia distrutte.
Poco male, magari risbocceranno in piena primavera e i parlamentari, confusi dal giallo fuori stagione, porteranno in aula qualche discussione sulle pari opportunità a maggio…
P.S. Una sera Margaret Thatcher era a cena con i suoi ministri. Un cameriere si avvicinò per chiederle se preferiva carne o pesce. Lei rispose «una bistecca». Il cameriere annotò diligentemente e incalzò, «e il contorno?». «Bistecca anche per loro», fece lei, alludendo ai commensali maschi...
Auguri donne.
