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Montoro unita e il voto che divide

Tutti in corsa, a Montoro. Vecchi e nuovi insieme per formare finalmente l’amministrazione di Montoro unita.

In lizza gli ormai ex sindaci di Montoro Superiore e Inferiore, De Giovanni e Carratù, esponenti del Pd che hanno unito Montoro, ma non si sono uniti tra loro. Prevedibile, nonostante ci fosse chi si augurava il contrario.
Sarebbe stata, in effetti, la soluzione ideale nel percorso di una realtà frammentata come quella montorese che finalmente si univa per diventare una forza nuova. Una risorsa sprecata, nella sua divisione Inf./Sup.

E non solo perché Montoro unica oggi conta quasi  ventimila abitanti, ma perché si colloca in una zona di confine tra due province, la Bassa Irpinia che è quasi Salerno ma non lo è davvero, che ha bisogno, ogni tanto, di essere ricordata. Una zona figlia di mezzo più di tante altre, che può solo beneficiare di un po’ di visibilità in più.

Ma Montoro, per chi la frequenta, non è solo Inf. e Sup.
È tante frazioni messe insieme che fanno fatica a trovare un’identità comune. Per questo, forse, al di là delle forze politiche in campo, la vera sfida sarà unire davvero i cittadini e i politici.
Per molti di essi, l’unione è stato un riscatto importante, una cosa voluta ma che chi amministrava non metteva, per ragioni varie ed eventuali, mai in pratica. Per molti, ha significato la fine di un’ingiustizia, della frammentarietà decisa dall’alto e non voluta da chi viveva il territorio.

Ma la corsa adesso, ci dice che Montoro non è unita. Ci sono altri due nomi in lizza (Girolamo Giaquinto, vice coordinatore di Forza Italia, e un non ancora svelato appartenente al Movimento 5 Stelle), è vero. Ma, oltre ai due ex sindaci, in pista è atteso Mario Bianchino, primo cittadino di Montoro Inferiore dal 1994 al 2004, e Francesco Tolino, parte della giunta di Montoro Inferiore (candidato con il movimento “PrimaVera Montoro Tolino sindaco”).

Tutti di area e origine Pd, tutti ex amministratori della città. Ognuno con un suo programma, con la sua idea di Montoro unita, a dividersi un elettorato che già si trova a dover votare in un contesto completamente nuovo, ma che è fatto anche di qualcuno che vede in queste elezioni, una forma di giustizia finale, il modo di unirsi davvero.