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Province- L'ira dell'Upi:"Napolitano blocchi questa riforma mediatica"

"Se si non si approva entro fine anno il ddl "svuota province", "in primavera vanno rinnovati l'80% dei consigli provinciali: sarebbe una beffa, meglio dire che non si vuole fare la riforma. E'legittimo avere opinioni diverse ma il tema è nel programma del Governo. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento". Queste le parole del ministro per gli Affari Graziano Delrio, a Radio 24. "Dalla riorganizzazione delle Province - chiarisce il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, a Radio 24 - non vi saranno licenziamenti ma solo maggiori sinergie: i dipendenti non devono temere per i loro posti di lavoro. Certamente non vi saranno più turn over e ricambi, il sistema pubblico deve gestirsi con sistemi più moderni". Il taglio del personale politico provinciale consentirà risparmi pari a 110 milioni di euro "che non sottovaluterei - prosegue Delrio - per utilizzarli diversamente ma il maggiore risparmio consiste nell'unire e nel semplificare, il federalismo che funziona è quello in cui ognuno fa poche cose ma ben definite. Gli oltre 2 miliardi per le funzioni generali possono essere risparmiati; almeno il 50% di risparmi si potrebbe ottenere in un anno, un anno e mezzo". Il ministro ha ricordato che il Governo ha chiesto l'urgenza al ddl svuota-Province "perche' crede in questa riforma attesa da 30 anni, che inoltre rafforza le unioni dei comuni e finalmente istituisce le città metropolitane. Ora il Parlamento deve discutere. Se si non si approva entro fine anno, in primavera va rinnovata una buona parte dei consigli provinciali e sarebbe veramente una beffa, sarebbe meglio dire che non si vuole fare una riforma. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento". Delrio non ha risparmiato un cenno anche alle Regioni :"Abolire le Regioni o ridefinirne i confini è un' operazione molto complessa ed il dibattito su questo tema è recente. Sulle Province discutiamo invece da anni, per questo chi chiede più tempo per la riforma usa questo argomento in modo strumentale. Le Regioni sono un punto critico del federalismo, si sono trasformate in enti burocratici, ma siamo in un regime costituzionale che garantisce molto le Regioni", ha sottolineato Delrio. Intanto oggi si è riuntita l'Upi che, nella persona del presidente ha espresso ancora una volta contrarietà rispetto alla riforma:" Chiediamo al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di tutelare le nostre prerogative costituzionali, perché non può farlo soltanto la Corte Costituzionale. Invitiamo Napolitano ad impedire che la Costituzione sia modificata mediaticamente". Questo l'appello che il presidente dell'Upi, Antonio Saitta, ha rivolto intervenendo all'assemblea dell'Unione delle Province d'Italia. Un’assemblea dal titolo impegnativo (‘Resettiamo l’Italia, ripartiamo dalla Costituzione’) per cercare di spegnere un attacco che Saitta definisce “inaccettabile”, aggiungendo che ormai “le Province vengono considerate come dei clan di mafiosi”. Parole pesanti, che spiegano bene il clima dell’assemblea, popolata di presidenti decisamente arrabbiati, che hanno fischiato più volte il nome del ministro per gli Affari regionali, spingendo Saitta a definirlo “ministro dell’Anci”. Al Capo dello Stato il leader delle Province ha poi chiesto di “garantire la partecipazione al processo di riordino, visto che il governo ci ha escluso”, e il rispetto della Carta delle Autonomie, “che è un trattato internazionale”. Saitta ha poi chiesto a Delrio di non essere “soltanto il ministro dell’Anci ma garantisca anche noi”, incassando gli applausi degli astanti. Poi ha incalzato il governo a “tirar fuori dal cassetto i dati della Sose sui Comuni, visto che quelli relativi alle Province li ha già resi noti”. Ebbene, ha detto il presidente dell’Upi, “da un’analisi approfondita di quei numeri si potrà dimostrare che le Province in questi anni sono state più brave dei Comuni”. E allora, sempre all’indirizzo di Delrio – definito anche “il ministro per l’abolizione delle Province” – ha chiesto lumi sul perché nel corso degli ultimi 10 anni il costo delle Regioni sia aumentato di 40 miliardi e di 100 quello della pubblica amministrazione.
“Ma – ha osservato causticamente – il ministro Delrio preferisce dedicarsi all’abolizione delle Province, che pesano soltanto per l’1,3% della spesa statale”. Il presidente dell’Upi ha poi annunciato la nascita, in ogni realtà territoriale, di Comitati per la difesa della Costituzione, chiedendo a tutti i presidenti “di incontrare i dipendenti di ogni singolo ente per spiegare loro che il sindacato non farà nulla per il mantenimento del loro posto di lavoro”. Dura le replica dei sindacati di categoria: “Invitiamo il presidente dell’Upi ad evitare parole deliranti come quelle pronunciate oggi sui sindacati e a mantenere il rispetto per chi rappresenta migliaia di lavoratori delle amministrazioni provinciali”, hanno detto i segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp) e Giovanni Torluccio (Uil-Fpl), spiegando che l’assemblea Upi “assomiglia più a una difesa delle poltrone, che ad una riflessione sul piano di riordino degli assetti territoriali”. “Non serve l’arroccamento corporativo – aggiungono i sindacalisti ma tavoli di confronto per governare i processi di riorganizzazione: garantendo più qualità dei servizi, più investimento nelle competenze, più percorsi di stabilizzazione per i precari, più reinternalizzazione dei servizi oggi affidati alle società in house”.