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Rifiuti 'tombati' in Alta Irpinia, Giordano insiste: 'Non è allarmismo, nel dubbio verificare tutte le zone sospette'

Il professor Antonio Giordano è tornato in Alta Irpinia dove non si è ancora esaurita l'eco delle parole pronunciate dall'oncologo un mese fa a Caposele quando, ospite del "Forum ambientale dell’Appennino meridionale", aveva parlato di sostanze pericolose, o meglio fusti di vernice, interrate nelle aree industriali sorte nel dopo-terremoto, in particolare a Nusco e Lioni. L'occasione per il ritorno su quelle dichiarazioni è stato il convegno “Ambiente e salute: Educare al futuro” promosso dall'IISS. "Vanvitelli" di Lioni nell'ambito della settima edizione della "Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica". Il direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia ha precisato: "In questo momento critico dal punto di vista ambientale con le istituzioni che si trovano sotto un pressing mediatico che non permette più di insabbiare o ignorare certe realtà, penso che andare a controllare e verificare sia un dovere di chi deve garantire la salute dei cittadini. Anche nel dubbio le istituzioni e lo Stato devono andare a verificare zone sospette".
Non basta quindi secondo Giordano la pseudo bonifica che già sarebbe stata messa in campo nell'area industriale altirpina, così come - ha aggiunto - "se i prefabbricati erano costruiti con eternit o amianto quella popolazione deve essere monitorata. La cosa che mi spaventa è che dal 2000, dopo le continue prove a supporto della pericolosità dell'industrializzazione selvaggia, ancora oggi debbano essere attivisti o cittadini comuni, e non le istituzioni, a verificare e lanciare allarmi. Mi preoccupa che si viva in un Paese che è terra di nessuno". Quanto al rischio futuro di una gestione poco oculata dei fondi destinati alle bonifiche, il ricercatore ha suggerito: "Io non voglio pensare che tutto sia stato fatto in malafede, ma è chiaro che se è stato così per quaranta anni, bisogna controllare che a gestire il clean up dei territori oggi non siano quelle stesse persone. I comitati dei cittadini dovrebbero far parte delle commissioni e vigilarne l'operato".
E ancora: "Non esistono più confini: la Terra dei fuochi c'è perché lì è esploso il problema con la denuncia della gente del posto e quell'azione ha stimolato ed educato i vicini di casa dimostrando che la questione non era limitata a quella zona, ma è estesa alle altre province campane e ad altre regioni" - ha chiarito Giordano prima di precisare, rivolgendosi alla platea di ragazzi delle ultime classi del 'Vanvitelli', che "aver detto la verità non significa essere distruttivi o allarmisti, ma significa dire a chi subisce un danno che deve proteggersi. L'apparentamento che in Italia esiste tra classe politica e imprenditoriale ha fatto sì che l'industrializzazione del Sud avvenisse senza rispetto delle regole. Ci sono imprenditori seri, ma questo viene fuori solo se ci sono più controlli. Siamo di fronte a uno dei più grandi disastri europei se non si fa una seria attività di bonifica. Questo sistema è stato ideato da menti sofisticate e chi doveva vigilare come le Asl ha fatto gli interessi della politica, non della gente". 
Sull'argomento si era soffermato nel suo intervento anche il Prof. Giulio Tarro, professore di Virologia Oncologica all’Ospedale Cotugno di Napoli: "Bonifichiamo sì, ma con accortezza perché è stata la connivenza tra politica e imprese a creare il danno che affrontiamo oggi. Quindi bonifichiamo innanzitutto le coscienze - è stato il duro monito del co-autore (con lo stesso Giordano) del libro "Campania, terra di veleni" che ha spiegato come nella nostra regione gli stili di vita incidano molto meno dei fattori ambientali sull'incidenza dei tumori e che l'Irpinia, dove i casi di cancro sono in aumento, non è quella terra dalla natura incontaminata che in tanti dipingevano. "Quella della spazzatura a Napoli tra il '94 e il 2009 è stata una vicenda coreografica - ha chiosato il luminare del Cotugno - Il vero problema sono i rifiuti tossici e industriali che dal Nord sono andati a finire in Campania. Secondo alcune stime sono tra i 20-30 milioni quelli non dichiarati".
Al tavolo dei relatori allestito presso il Multisala Cinema Nuovo, anche il Prof. Michele Marzullo, cardiologo e medico dello sport Università “Federico II “ Napoli, la Prof.ssa Franca Avino, Dirigente Chirurgia Senologica Istituto Nazionale Tumori “Pascale”, il  Dott. Sabatino Fonso dell’Associazione Basket di Lioni, il Prof. Giancarlo Schena e il dirigente scolastico Pietro Petrosino.
(di Paola Liloia)