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Tribunali da sopprimere: De Tilla, " Non è una questione di risparmio delle spese"

Nell’aula “Fernando Greco” del Tribunale di Ariano Irpino, con il patrocinio del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ariano Irpino e dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, si è svolto un importante convegno sul tema della riforma della geografia giudiziaria e della soppressione dei tribunali minori. Alla discussione ha partecipato anche l’avv. Maurizio De Tilla, Presidente Nazionale dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura
Allora, Presidente, come sta il sistema giudiziario in Italia?
Il sistema giudiziario in Italia potrebbe stare meglio se non fossero stati realizzati una serie d’interventi che non tendono a migliorare la giustizia ed a tutelare i cittadini ma a demolire la domanda di giustizia. Con la media conciliazione obbligatoria non si cerca di risolvere i processi quanto piuttosto di gravare di costi incredibili l’accesso al giudice
Come giudica l’ultima proposta di riordino degli uffici giudiziari?
Pessima perché non poteva essere articolata in un maxi emendamento presentato in sede di conversione di un decreto legge che riguardava la manovra economica. C’è violazione dell’art. 76 della costituzione, c’è violazione della divisione dei poteri. L’esecutivo fa un maxiemendamento che si approva senza discussione, con la fiducia, questa norma, poi, delega lo stesso governo a fare i decreti legislativi. Mi pare una cosa veramente assurda ed inconcepibile, non c’è una garanzia democratica non c’è una garanzia di accesso alle informazioni, non c’è consultazione, non c’è razionalità, tutto è fondato sull’arbitrarietà, così vinceranno i poteri forti. Sicuramente non vanno aboliti i Tribunali ma vanno riattrezzati, va ridisegnata la geografia giudiziaria ma bisogna sostenerla con il processo telematico, con risorse economiche, con maggiori giudici e con un collegamento fra la domanda e la risposta di giustizia.
Come si modernizza la giustizia?
Beh, anzitutto con il processo telematico. Il processo telematico realizzato al cento per cento costituisce la più grossa modernizzazione, si abbassano le spese, i tempi si accelerano, il fascicolo diventa fascicolo virtuale, depositi e notifichi gli atti. E’ una grande rivoluzione. Né viene meno il rapporto, il Giudice può anche chiedere di sentire personalmente le parti. L’ottanta per cento dell’attività svolta in via telematica, come avviene in Austria, costituirebbe una modernizzazione totale della giustizia.
Cosa può fare l’avvocatura per far comprendere alle forze politiche che i Tribunali sono presidi di legalità sul territorio e non possono essere trattati con lo stesso criterio di valutazione che si usa per gli altri uffici della PA?
In primo luogo impugnando e contestando in via giudiziaria la legittimità della normativa che riguarda il ridisegno della geografia giudiziaria, quindi azione giudiziaria sicuramente. Contestazione politica vivace, accesso agli atti del Ministero, il Ministero dice che ha già predisposto uno studio nel quale sono state fatte delle scelte; noi abbiamo diritto di accedere, se il Ministero si rifiuta chiederemo nelle forme legali di accedere agli atti.
E’ stato chiesto il parere dell’avvocatura italiana sulla proposta?
No, non solo non è stato chiesto nessun parere ma la proposta è stata tenuta nascosta. Si sapeva che l’avvocatura italiana si era pronunciata in maniera diversa, chiudere i tribunali minori era l’estrema ratio. Abbiamo sempre detto: fate tutto il resto ed alla fine ci mettiamo i tribunali minori, dobbiamo vedere la questione del giudice laico, dobbiamo vedere anche la razionalità degli uffici, dobbiamo vedere i grandi tribunali. Insomma non è una questione di risparmio delle spese, è una buffonata dire che si risparmiano ottanta milioni quando se ne sono spesi centoventi per il braccialetto elettronico che ha non avuto nessun risultato.
Non crede che la perdita della capacità d’incidere nella società civile da parte dell’Avvocatura sia legata ad una perdita di prestigio ed autorevolezza che la figura della Avvocato ha subito nel corso degli ultimi anni?
In parte è vero ed in parte non è vero perché l’Avvocatura è sempre stata basata su grandi valori e finché la società, la giustizia, i rapporti fra i cittadini, i rapporti fra i cittadini e lo stato erano fondati sui valori l’Avvocatura aveva un grande ruolo. Anche l’Avvocatura inserita nella politica. Insomma abbiamo avuto grandi responsabilità, pensiamo a De Nicola, pensiamo ai grandi ministri della Giustizia che sono stati grandi giuristi, ma quando sono caduti i valori della società e la società ha dato prevalenza al mercato, al guadagno all’arricchimento, alla ricchezza anche mal governata, sono caduti i valori dell’Avvocatura ed è profondamente caduta anche l’immagine in sé dell’Avvocatura stessa. Se a ciò si unisce che, grazie alla collaborazione di tutti, oggi sono presenti sul mercato non più sessantamila avvocati ma duecentotrentamila, è evidente che nell’avvocatura esistono circa centomila disoccupati intellettuali, che hanno il titolo di avvocato, che si presentano alla clientela ma che non hanno nessuna capacità formativa, nessuna professionalità e fanno ulteriormente decadere il ruolo dell’avvocato. Non è tollerabile, quarantasettemila avvocati in Francia che ha una popolazione maggiore è la giusta offerta, noi possiamo averne settantamila, ottantamila. Come OUA ci stiamo battendo per distinguere l’avvocato d’affari dall’avvocato che difende i diritti nel processo, vogliamo considerare avvocato solo quello che difende i diritti nel processo, quell’altro metterlo in un albo B, fargli svolgere la propria attività avendo chiaro che l’avvocatura è rappresentata solo da questi primi. Come il barrister in Inghilterra. I barristers sono quelli che vanno davanti al Giudice, i solicitors sono quelli che aprono i negozi di strada ed acquisiscono i clienti.
Come si modernizza la figura dell’avvocato?
Con l’associazionismo, coniugando marketing e deontologia, con la formazione. E’ importante che l’avvocato si presenti all’utenza ed al mercato come un sostenitore di idee, quindi organizzando seminari, scrivendo sulle riviste, scrivendo libri. La figura dell’avvocato cresce nella dimensione culturale non può crescere nella dimensione commerciale
Lei consiglierebbe a suo figlio di fare l’avvocato?
In realtà ho due figlie che fanno l’avvocato. Si consiglierei ai giovani di fare l’avvocato nella consapevolezza che l’avvocato non è una professione di guadagno ma d’immagine e di forza.
Allora, Presidente, come sta il sistema giudiziario in Italia?
Il sistema giudiziario in Italia potrebbe stare meglio se non fossero stati realizzati una serie d’interventi che non tendono a migliorare la giustizia ed a tutelare i cittadini ma a demolire la domanda di giustizia. Con la media conciliazione obbligatoria non si cerca di risolvere i processi quanto piuttosto di gravare di costi incredibili l’accesso al giudice
Come giudica l’ultima proposta di riordino degli uffici giudiziari?
Pessima perché non poteva essere articolata in un maxi emendamento presentato in sede di conversione di un decreto legge che riguardava la manovra economica. C’è violazione dell’art. 76 della costituzione, c’è violazione della divisione dei poteri. L’esecutivo fa un maxiemendamento che si approva senza discussione, con la fiducia, questa norma, poi, delega lo stesso governo a fare i decreti legislativi. Mi pare una cosa veramente assurda ed inconcepibile, non c’è una garanzia democratica non c’è una garanzia di accesso alle informazioni, non c’è consultazione, non c’è razionalità, tutto è fondato sull’arbitrarietà, così vinceranno i poteri forti. Sicuramente non vanno aboliti i Tribunali ma vanno riattrezzati, va ridisegnata la geografia giudiziaria ma bisogna sostenerla con il processo telematico, con risorse economiche, con maggiori giudici e con un collegamento fra la domanda e la risposta di giustizia.
Come si modernizza la giustizia?
Beh, anzitutto con il processo telematico. Il processo telematico realizzato al cento per cento costituisce la più grossa modernizzazione, si abbassano le spese, i tempi si accelerano, il fascicolo diventa fascicolo virtuale, depositi e notifichi gli atti. E’ una grande rivoluzione. Né viene meno il rapporto, il Giudice può anche chiedere di sentire personalmente le parti. L’ottanta per cento dell’attività svolta in via telematica, come avviene in Austria, costituirebbe una modernizzazione totale della giustizia.
Cosa può fare l’avvocatura per far comprendere alle forze politiche che i Tribunali sono presidi di legalità sul territorio e non possono essere trattati con lo stesso criterio di valutazione che si usa per gli altri uffici della PA?
In primo luogo impugnando e contestando in via giudiziaria la legittimità della normativa che riguarda il ridisegno della geografia giudiziaria, quindi azione giudiziaria sicuramente. Contestazione politica vivace, accesso agli atti del Ministero, il Ministero dice che ha già predisposto uno studio nel quale sono state fatte delle scelte; noi abbiamo diritto di accedere, se il Ministero si rifiuta chiederemo nelle forme legali di accedere agli atti.
E’ stato chiesto il parere dell’avvocatura italiana sulla proposta?
No, non solo non è stato chiesto nessun parere ma la proposta è stata tenuta nascosta. Si sapeva che l’avvocatura italiana si era pronunciata in maniera diversa, chiudere i tribunali minori era l’estrema ratio. Abbiamo sempre detto: fate tutto il resto ed alla fine ci mettiamo i tribunali minori, dobbiamo vedere la questione del giudice laico, dobbiamo vedere anche la razionalità degli uffici, dobbiamo vedere i grandi tribunali. Insomma non è una questione di risparmio delle spese, è una buffonata dire che si risparmiano ottanta milioni quando se ne sono spesi centoventi per il braccialetto elettronico che ha non avuto nessun risultato.
Non crede che la perdita della capacità d’incidere nella società civile da parte dell’Avvocatura sia legata ad una perdita di prestigio ed autorevolezza che la figura della Avvocato ha subito nel corso degli ultimi anni?
In parte è vero ed in parte non è vero perché l’Avvocatura è sempre stata basata su grandi valori e finché la società, la giustizia, i rapporti fra i cittadini, i rapporti fra i cittadini e lo stato erano fondati sui valori l’Avvocatura aveva un grande ruolo. Anche l’Avvocatura inserita nella politica. Insomma abbiamo avuto grandi responsabilità, pensiamo a De Nicola, pensiamo ai grandi ministri della Giustizia che sono stati grandi giuristi, ma quando sono caduti i valori della società e la società ha dato prevalenza al mercato, al guadagno all’arricchimento, alla ricchezza anche mal governata, sono caduti i valori dell’Avvocatura ed è profondamente caduta anche l’immagine in sé dell’Avvocatura stessa. Se a ciò si unisce che, grazie alla collaborazione di tutti, oggi sono presenti sul mercato non più sessantamila avvocati ma duecentotrentamila, è evidente che nell’avvocatura esistono circa centomila disoccupati intellettuali, che hanno il titolo di avvocato, che si presentano alla clientela ma che non hanno nessuna capacità formativa, nessuna professionalità e fanno ulteriormente decadere il ruolo dell’avvocato. Non è tollerabile, quarantasettemila avvocati in Francia che ha una popolazione maggiore è la giusta offerta, noi possiamo averne settantamila, ottantamila. Come OUA ci stiamo battendo per distinguere l’avvocato d’affari dall’avvocato che difende i diritti nel processo, vogliamo considerare avvocato solo quello che difende i diritti nel processo, quell’altro metterlo in un albo B, fargli svolgere la propria attività avendo chiaro che l’avvocatura è rappresentata solo da questi primi. Come il barrister in Inghilterra. I barristers sono quelli che vanno davanti al Giudice, i solicitors sono quelli che aprono i negozi di strada ed acquisiscono i clienti.
Come si modernizza la figura dell’avvocato?
Con l’associazionismo, coniugando marketing e deontologia, con la formazione. E’ importante che l’avvocato si presenti all’utenza ed al mercato come un sostenitore di idee, quindi organizzando seminari, scrivendo sulle riviste, scrivendo libri. La figura dell’avvocato cresce nella dimensione culturale non può crescere nella dimensione commerciale
Lei consiglierebbe a suo figlio di fare l’avvocato?
In realtà ho due figlie che fanno l’avvocato. Si consiglierei ai giovani di fare l’avvocato nella consapevolezza che l’avvocato non è una professione di guadagno ma d’immagine e di forza.
