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Appalti alla Provincia di Benevento, arresti eccellenti e misure interdittive. Ai domiciliari il Presidente Di Maria

 

Nella mattinata odierna, all’esito di intensa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, militari del Comando Provinciale CC di Benevento hanno dato esecuzione a diciotto ordinanze applicative di misure cautelari personali -di cui 7 agli arresti domiciliari ed 11 misure interdittive del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione- emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di vari soggetti, pubblici ufficiali in servizio presso la Provincia di Benevento, imprenditori e professionisti, che allo stato sono stati ritenuti gravemente indiziati -a vario titolo e in concorso tra loro- dei delitti di corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti in relazione ad 11 procedure pubbliche di appalto indette e/o gestite dalla Provincia di Benevento, Provincia di Caserta e Comune di Buonalbergo (BN), nonché dei reati di tentativo di induzione indebita a dare o a promettere altre utilità, tentativo di concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico.

Ai domiciliari sono finiti: Antonio Di Maria attuale presidente della Provincia di Benevento, Michelantonio Panarese sindaco di Buonalbergo e dirigente della Provincia, Angelo Carmine Giordano di Solopaca, Mario Del Mese di Salerno, Giuseppe Della Pietra di Nola, Raffaele Pezzella di Casal di Principe, Antonella Scocca di Benevento.

Il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione è stato applicato a: Pietro Antonio Barone, Carlo Camilleri, Nicola Camilleri, Gaetano Ciccarelli, Franco Coluccio, Antonio Fiengo, Antonino Iannotti, Sabino Petrella, Gianvincenzo Petriella, Antonio Sateriale. E’ in corso altresì il sequestro preventivo, anche per equivalente, di somme di denaro pari a complessivi 49.500,00 mila euro, costituenti il prezzo dei reati di corruzione finora accertati e di cui si ritiene siano già stati acquisiti elementi in relazione alla loro effettiva consegna. L'inchiesta, supportata da video e intercettazioni, è nata nel gennaio 2019 dalla denuncia di un presunto tentativo di corruzione. Ventitre gli appalti monitorati con undici per i quali sono stati raccolti   gravi indizi di colpevolezza.