Tu si nat in Italy

A proposito di eventi...: "Di Musica, di profeti non in Patria e di altre sciocchezze" (Parafrasando Guccini)



di : Maria Cristina Galasso *

- Il dibattito “musicale” di questa estate avellinese 2023 si è catalizzato sostanzialmente fra le fazioni contrapposte pro o contro quei fenomeni giovanil/adolescenziali denominati rap o trap(ignoro quale sia la differenza fra le due) che però,pare, interessino anche il mondo adulto,a seconda dei casi,per scelta o per necessità,o per entrambe.

Non mi interessa entrare nel merito della valenza musicale di quelli che,a mio avviso,sono fenomeni “paramusicali”,nati per dare voce a situazioni di emarginazione delle periferie e che attualmente, però, mi sembrano essere diventati un modo veloce e sbrigativo per emergere e fare soldi,tanti, grazie soprattutto ad internet e ai supporti che la tecnologia moderna può offrire. La musica mi ha dato da vivere per quarantadue anni,quindi il suo settore è quello di mia appartenenza ,e aggiungo che sarebbe fin troppo facile mostrare l'assoluta inconsistenza,dal punto di vista musicale di questi fenomeni,ma sarebbe un'operazione maramaldesca e sopratutto inutile.

C'è semmai da prendere atto che sono fenomeni seguitissimi che riempiono piazze strabordanti e,come in ogni caso, è la maggioranza ad avere ragione (non cito l'aforisma di Marcello Marchesi per pudore),anche se l'affermazione assiomatica che questa sia la musica che piace ai “giovani”,andrebbe rimodulata,non essendo quella dei giovani una categoria riconducibile ad un unico modello,a mio avviso. Io con i giovani, per il mio lavoro,sono stata a stretto contatto per una vita e mi sento di affermarlo con pienezza.

C'è la necessità di esaudire le richieste del mercato(perchè tale è)? Sicuramente,sarebbe come voler impedire l'esercizio di fast food come Mc Donald's,amati dai giovanissimi,molto economici e quindi onnipresenti. Certo si sa che si tratta di cibo spazzatura,è stato detto e dimostrato, ma le patatine col ketchup o il panino coll'hamburger sono sicuramente più saporiti ed invitanti di un piatto di pasta col pomodoro fresco per i ragazzi. Basta non fare come negli Usa però,dove poi può capitare che persone obese e cardiopatiche abbiano fatto causa a queste catene alimentari,perdendola,perchè,giustamente la multinazionale si è difesa dicendo che quella di mangiare al Mc Donald's era stata una loro libera scelta.

Mi si dirà che è sempre successo nella storia della musica e dell'arte in generale che le nuove espressioni siano state considerate degenerate dalle vecchie generazioni,di cui ahimè faccio parte, e questo è incontestabile,sarà il tempo però a stabilire chi aveva ragione e cosa resterà. C'è da dire però che certe difese che ho letto e che rimandavano a Picasso o alle varie avanguardie musicali,sono semplicemente ridicole. Picasso prima di disegnare gli occhi al posto del naso,aveva avuto un periodo figurativo in cui aveva dimostrato di possedere la tecnica pittorica e di potersi permettere di superarla come fatto espressivo. Lo stesso dicasi in musica per i maestri della dodecafonia,che in gioventù avevano composto musica tonale,o per quelli dell'avanguardia più recente,compreso il maestro avellinese Mario Cesa, le cui opere dall'impatto uditivo certo non facile e rassicurante erano frutto di grande sapienza musicale e non certo dell'incapacità ad essere altro,come nel caso della stragrande maggioranza dei rapper,come ha dimostrato il divertente episodio del divo a cui si è inceppato l'autotune.

Il discorso non vale solo nell'ambito classico/accademico,ma anche in quello pop(nel senso più nobile di popolare) dove esiste tanta qualità,basterebbe non puntare sempre al ribasso.

Quindi è più che legittimo riempire piazze ed arene coi divi degli adolescenti,purchè non sia l'unica possibilità,come di fatto è avvenuto,mancando alternative che fossero di qualità,soprattutto considerando che lo si fa coi soldi pubblici. Forse l'unica oasi è rappresentata dalla presenza di Ambrogio Sparagna,a dimostrazione che popolare e qualità possono anche andare a braccetto.

Quello che inficia una città come Avellino,a mio avviso,a differenza di altre città di provincia o anche paesi più piccoli,è la completa ignoranza(nel senso letterale di ignorare)di altre eccellenze che,malgrado tutto,si sono sviluppate al suo interno e che stanno ricevendo i giusti riconoscimenti ovunque ,tranne che nella città in cui sono nate. Si sa, “Nemo propheta in patria”, ma a certe “ignoranze” si potrebbe e dovrebbe porre rimedio. Sto provando da un po',umilmente ma finora senza riscontro,a farlo io.

Sui social,che ormai,sono il mezzo principale di diffusione delle notizie,è girato qualche giorno fa un video, che un utente ha anche postato sul profilo del sindaco ( senza avere a quel che so un qualsivoglia riscontro pubblico),che mostra il giovane direttore d'orchestra Francesco Ivan Ciampa,avellinese,acclamato per le strade di Verona dopo aver diretto un recital operistico con Placido Domingo e altri noti cantanti all'Arena. Il direttore in questione,quarantenne, da me definito giovane in quanto la sua età ,per un direttore in rapida,costante ascesa,considerati anche gli anni di formazione, è da definirsi giovane ed è figlio di Claudio Ciampa,a sua volta direttore d'orchestra e direttore di vari conservatori in cui ho insegnato. La carriera del giovane Ciampa è in costante ascesa ed ha un respiro mondiale,ha già diretto infatti nelle più importanti istituzioni italiane e mondiali,Teatro S. Carlo,Regio di Torino, Covent Garden,Opera di Parigi, Opera di Berlino,Opera di Tokyo, solo per citarne alcune. Questo musicista dovrebbe rappresentare un orgoglio per Avellino e bisognerebbe in qualche modo tributargli un riconoscimento o fargli fare qualcosa per la nostra città che non ha dato i natali solo a rapper.

In Campania ha diretto a Napoli,Salerno e Benevento,dal prossimo anno accademico insegnerà al Conservatorio di Salerno,solo ad Avellino se ne continua bellamente ed inspiegabilmente ad ignorare l'esistenza. Tutto ciò ha del paradossale,Francesco Ivan Ciampa non ha bisogno di un qualche riconoscimento da Avellino per la sua carriera,che grazie alla sua bravura,unita ad un'incredibile e non affettata umiltà,che non è finta modestia ma piena consapevolezza del proprio valore che basta a sé stesso,continuerà a crescere e a portarlo a traguardi sempre più alti, ma è Avellino che non potrebbe che giovarsi della sua presenza nella vita artistica e culturale della nostra languente città.

.Mi piace chiudere con un pensiero,forse noto a molti ma non a tutti, di Peppino Impastato,giovane martire,aveva ventinove anni,della mafia,che ha pagato con la vita il suo essersi ribellato allo status quo:

Se si insegnasse la bellezza alla gente,la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione,la paura,l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso,con tutto il loro squallore,da operazioni speculative,ci si abitua con pronta facilità,si mettono le tendine alle finestre,le piante sul davanzale,e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima,ed ogni cosa,per il solo fatto che è così,pare dover essere così da sempre e per sempre. E' per questo che bisognerebbe educare alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Insegniamo la bellezza,c'è chi può aiutarci a farlo.

  * Già docente di ruolo nei Conservatori Italiani,titolare della cattedra di Esercitazioni Corali.