Tu si nat in Italy

L' Irpinia e il Giro d’Italia, Rocco Gatta il bagnolese e la prima tappa sul Laceno


 

Il Giro d’Italia ritorna sulle strade irpine: Atripalda e il Laceno saranno le protagoniste indiscusse della 106ma  edizione della manifestazione sportiva. In attesa che la carovana rosa ritorni in Irpinia per mostrarla agli appassionati e al mondo, balza agli occhi degli sportivi e amanti della bicicletta,  la storia di un irpino che la corsa rosa l’ha vissuta in sella alla sua Guerciotti. L’impresa sportiva del bagnolese Rocco Gatta coincide con il primo arrivo di tappa a Laceno nel 1976.

L’edizione del 1976 è stata la mia prima partecipazione al Giro d’Italia - esordisce Rocco Gatta- e il caso volle anche il primo arrivo di tappa a Laceno. Comprenderete l’emozione nel correre nel proprio paese. Fu una bella esperienza, la gente urlava il mio nome. Quando sei in corsa non hai il tempo di guardarti intorno, senti la folla urlare il tuo nome e ti emozioni. All’arrivo giunsi nei primi cinquanta e fu un buon piazzamento. Anche quando salii sul palco per la premiazione, in quella tappa vinta da De Vlaeminck, e dove la maglia rosa passò da Moser a Gimondi con la folla che gridava il mio nome. Proprio Gimondi sapendo che ero originario di quei luoghi,  mi chiese della salita e di come fosse. Gli spiegai che era una salita dura e lui sul palco mi disse: “avevi ragione era proprio una salita tosta!”. Ci ripresero anche a Bagnoli. Il paese piacque molto ai partecipanti al Giro d’Italia che ne rimasero entusiasti. Anche Gimondi e i miei compagni di squadra mi chiesero notizie sul paese e sulla sua storia, e con molto piacere raccontai delle sue bellezze. Ricordo che fu una bella festa.

In quella tappa, partita da Selva di Fasano e conclusasi sull’altopiano bagnolese, Rocco si piazzò 42mo e un dignitoso 70mo posto nell’ ordine finale, superando in classifica da gregario, anche Giancarlo Polidori, il capitano della sua squadra.

Il ciclismo  l’ha avuto sempre nel sangue e anche se all’inizio giocava a calcio e in bicicletta ha iniziato ad andarci quasi per sfida, come ammise in un’intervista diversi anni fa, sin da subito fece notare le sue qualità.


 “Avevo un amico che correva in bicicletta -continua  Gatta- ho iniziato quasi per sfida con lui. Ho iniziato nel 1966 da esordiente nella Nevilio Casarosa di Fornacette, un paese vicino casa mia in Toscana, poi ho proseguito come allievo vincendo 10 gare. Da dilettante,  ho gareggiato quattro anni con la Sammontana vincendo altre 15 gare e il titolo regionale. Nel 1973 sono passato professionista sempre con la Sammontana e in quel primo anno abbiamo vinto il campionato italiano a squadre e nel 1976 G.B.C TV Color ha partecipato al Giro d’’Italia”.

Sarà lo stesso general manager della G.B.C TV Color, Dino Zandegù a soprannominarlo “Cenciaccio”, dopo una gara dove Rocco continuava a chiedergli un cencio, per le sue gambe doloranti, che unte di pomata per alleviare il dolore, gli sudavano terribilmente.

Il ciclismo è stato una passione che non l’ha “distratto” dalla vita reale e quando il tutto, come inesorabilmente avviene per ogni cosa, è finito, quando il cerchio si è chiuso, Rocco è ritornato a condurre una vita normale, continuando come aveva sempre fatto a lavorare duro, prima da contadino come i suoi genitori, poi come operaio in un macello di pollami ed infine in un supermercato. Nel frattempo, ha messo su famiglia e radici in Toscana, ed anche se del suo paese natio, non restano che pochi ricordi d’infanzia, ogni tanto ritorna a Bagnoli a trascorrere le vacanze estive. Di sicuro ritornerà il prossimo 9 maggio per godersi l’arrivo del Giro nella sua Bagnoli.

 

                                                  Giulio Tammaro