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Confesercenti, Marinelli: fiducia dei consumatori resta altalenante e pesa sul commercio

“Gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese in Irpinia continuano a calare, in linea con la tendenza nazionale. Un segnale che conferma un orizzonte di incertezza socio-economica, che si ripercuote anche sulla gestione della spesa e del livello dei consumi”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.“Le recenti rilevazioni Istat – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria - registrano per il mese di giugno una discesa dell’indice dei consumatori da 96,5 a 96,1, collocandosi al di sotto dei valori di inizio anno. Si conferma dunque un andamento instabile e altalenante, in atto da tempo ma aggravato ancora una volta, almeno in parte, anche dalle preoccupazioni legate al contesto internazionale. Considerando l’intero secondo trimestre, l’indice è in diminuzione di 1,6 punti rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.La fiducia delle famiglie resta dunque fragile, influenzata dalla percezione della situazione corrente, anche se non mancano aspettative positive rispetto al futuro, per quanto riguarda il problema dell’occupazione. Ma per il momento si tratta di un atteggiamento attendista, non di una effettiva inversione di tendenza. L’incertezza dei consumatori si riflette nella prosecuzione della fase di arretramento della fiducia delle imprese del commercio, scesa a giugno a 101,9 dal 102,8 di maggio e dal 106,1 di inizio anno. In queste condizioni saranno determinanti gli andamenti del prossimo mese di luglio, quando l’avvio dei saldi e della stagione estiva potrebbero finalmente favorire un più consistente recupero dei consumi. Anche sul clima e sulle dinamiche del commercio e più in generale dell’economia locale, come è stato anticipato, potranno incidere gli avvenimenti geopolitici globali, come ad esempio l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, che avranno ripercussioni sulle esportazioni, ma anche sui prezzi dei prodotti del territorio, pure per effetto delle contromisure che saranno assunte dall’Unione europea e dai costi aggiuntivi imposti su merci di basso costo di provenienza cinese, dinamiche che alla fine colpiranno principalmente i consumatori, soprattutto quelli a basso reddito”.
“Gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese in Irpinia continuano a calare, in linea con la tendenza nazionale. Un segnale che conferma un orizzonte di incertezza socio-economica, che si ripercuote anche sulla gestione della spesa e del livello dei consumi”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Le recenti rilevazioni Istat – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria - registrano per il mese di giugno una discesa dell’indice dei consumatori da 96,5 a 96,1, collocandosi al di sotto dei valori di inizio anno. Si conferma dunque un andamento instabile e altalenante, in atto da tempo ma aggravato ancora una volta, almeno in parte, anche dalle preoccupazioni legate al contesto internazionale. Considerando l’intero secondo trimestre, l’indice è in diminuzione di 1,6 punti rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
La fiducia delle famiglie resta dunque fragile, influenzata dalla percezione della situazione corrente, anche se non mancano aspettative positive rispetto al futuro, per quanto riguarda il problema dell’occupazione. Ma per il momento si tratta di un atteggiamento attendista, non di una effettiva inversione di tendenza.
L’incertezza dei consumatori si riflette nella prosecuzione della fase di arretramento della fiducia delle imprese del commercio, scesa a giugno a 101,9 dal 102,8 di maggio e dal 106,1 di inizio anno. In queste condizioni saranno determinanti gli andamenti del prossimo mese di luglio, quando l’avvio dei saldi e della stagione estiva potrebbero finalmente favorire un più consistente recupero dei consumi.
Anche sul clima e sulle dinamiche del commercio e più in generale dell’economia locale, come è stato anticipato, potranno incidere gli avvenimenti geopolitici globali, come ad esempio l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, che avranno ripercussioni sulle esportazioni, ma anche sui prezzi dei prodotti del territorio, pure per effetto delle contromisure che saranno assunte dall’Unione europea e dai costi aggiuntivi imposti su merci di basso costo di provenienza cinese, dinamiche che alla fine colpiranno principalmente i consumatori, soprattutto quelli a basso reddito”.