Comuni
Dossier Comuni Ricicloni: Irpinia lontana dai livelli virtuosi, si distinguono Sant'Andrea di Conza e Avella

Il nuovo dossier Comuni Ricicloni 2025 di Legambiente Campania offre un quadro nitido della situazione irpina, restituendo l’immagine di una provincia ricca di potenzialità ma ancora lontana dai livelli necessari per essere considerata un territorio pienamente virtuoso nella gestione dei rifiuti. L’ATO Avellino registra nel 2024 una raccolta differenziata media pari al 62,21%, restando sotto la soglia del 65% richiesta dalla normativa nazionale. Il dato conferma una difficoltà strutturale che continua a coinvolgere un numero elevato di amministrazioni comunali.
Su 118 comuni della provincia, soltanto 50 superano il limite del 65%, mentre ben 68 restano sotto la soglia minima, costituendo una parte molto significativa del fronte dei “non ancora ricicloni” in Campania. Un tema ancora più critico emerge osservando la fascia dei comuni con le performance più basse: tra i 33 comuni campani che non raggiungono il 45% di raccolta differenziata, ben 8 appartengono alla provincia di Avellino. Un numero che evidenzia un divario interno profondo e un ritardo che richiede interventi immediati e mirati.
Anche sul fronte dei Comuni Rifiuti Free, quelli che superano il 65% di raccolta differenziata e producono meno di 75 kg di rifiuto indifferenziato per abitante all’anno, la performance irpina risulta modesta: solo 10 comuni rientrano in questa categoria, pari al 9,1% del totale regionale. Un risultato che sottolinea la necessità di un deciso cambio di passo sia in termini di gestione sia di politiche di prevenzione.
In un quadro complessivamente complesso, emergono comunque alcune realtà di rilievo. Sant’Andrea di Conza si conferma il comune più virtuoso tra quelli sotto i cinquemila abitanti, mentre Avella si distingue tra i comuni tra i cinquemila e i quindicimila abitanti, mostrando una solidità gestionale ormai consolidata. Anche Avellino città si colloca leggermente sopra la media provinciale con un valore del 63,22%, pur restando lontana dai livelli delle città più performanti d’Italia.
Su 118 comuni della provincia, soltanto 50 superano il limite del 65%, mentre ben 68 restano sotto la soglia minima, costituendo una parte molto significativa del fronte dei “non ancora ricicloni” in Campania. Un tema ancora più critico emerge osservando la fascia dei comuni con le performance più basse: tra i 33 comuni campani che non raggiungono il 45% di raccolta differenziata, ben 8 appartengono alla provincia di Avellino. Un numero che evidenzia un divario interno profondo e un ritardo che richiede interventi immediati e mirati.
Anche sul fronte dei Comuni Rifiuti Free, quelli che superano il 65% di raccolta differenziata e producono meno di 75 kg di rifiuto indifferenziato per abitante all’anno, la performance irpina risulta modesta: solo 10 comuni rientrano in questa categoria, pari al 9,1% del totale regionale. Un risultato che sottolinea la necessità di un deciso cambio di passo sia in termini di gestione sia di politiche di prevenzione.
In un quadro complessivamente complesso, emergono comunque alcune realtà di rilievo. Sant’Andrea di Conza si conferma il comune più virtuoso tra quelli sotto i cinquemila abitanti, mentre Avella si distingue tra i comuni tra i cinquemila e i quindicimila abitanti, mostrando una solidità gestionale ormai consolidata. Anche Avellino città si colloca leggermente sopra la media provinciale con un valore del 63,22%, pur restando lontana dai livelli delle città più performanti d’Italia.
“I dati di quest’anno – commenta Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino – raccontano con grande chiarezza una provincia che possiede una grande potenzialità, ma che continua a vivere contrasti profondi e disomogenei. Accanto a comuni che hanno consolidato negli anni modelli di raccolta differenziata avanzati, persiste un blocco numeroso di amministrazioni che non riescono ancora a raggiungere la soglia minima prevista dalla legge, e questo frena l’intero territorio irpino. La nostra provincia, con soli dieci Comuni Rifiuti Free e con ben otto amministrazioni ferme sotto il 45%, non può più permettersi ritardi: è il momento di imprimere una svolta decisa e definitiva.
L’economia circolare rappresenta per l’Irpinia una straordinaria occasione di sviluppo, in grado di generare innovazione industriale, occupazione di qualità e nuove filiere produttive legate al riciclo e alla valorizzazione delle risorse. Ma per coglierla davvero occorrono una visione politica chiara, una programmazione coraggiosa e un’assunzione di responsabilità condivisa. Servono investimenti, competenze e soprattutto un coordinamento efficace all’interno dell’ATO, che deve essere in grado di supportare in modo concreto i comuni più in difficoltà. Senza questo accompagnamento, il divario interno rischia di ampliarsi ulteriormente.
È essenziale completare la rete degli impianti dell’economia circolare anche nel nostro territorio, a partire dalle strutture destinate al trattamento dell’organico, senza le quali la raccolta differenziata rimane fragile e incompleta. Dotare l’Irpinia delle infrastrutture adeguate significa trasformare i rifiuti in risorsa, chiudere i cicli, ridurre i costi per la cittadinanza e costruire un modello di sviluppo moderno e competitivo.
Il nostro appello va a tutte le istituzioni coinvolte: occorre sostenere con determinazione i comuni che non hanno ancora raggiunto gli obiettivi minimi, ridurre le disuguaglianze territoriali e fare della gestione dei rifiuti non una semplice incombenza amministrativa, ma un pilastro della crescita economica, della qualità ambientale e dell’identità futura dell’Irpinia.”
Un segnale positivo arriva dal Parco Regionale del Partenio, che raggiunge una raccolta differenziata media del 71,53%, con quindici comuni oltre la soglia minima e cinque Comuni Rifiuti Free. Un esempio concreto di come, anche in Irpinia, modelli avanzati di gestione dei rifiuti possano radicarsi e funzionare in modo efficace.
Legambiente Campania richiama la necessità di avviare un impegno straordinario a favore dei territori che ancora non hanno raggiunto gli obiettivi fissati dalla legge. L’associazione sollecita l’attivazione di un Piano regionale specifico per i comuni non ancora ricicloni e la creazione di una task force in grado di affiancare le amministrazioni locali in difficoltà. Parallelamente, viene ribadita l’urgenza di completare la rete degli impianti dell’economia circolare, condizione essenziale per garantire la piena valorizzazione della frazione organica e chiudere correttamente il ciclo dei rifiuti.
L’Irpinia dispone delle competenze, delle esperienze e delle condizioni per colmare rapidamente il divario che ancora la separa dalle migliori realtà regionali e nazionali. Per riuscirci sarà però indispensabile un impegno collettivo, capace di unire amministrazioni, gestori, ATO e cittadini in un percorso che trasformi la raccolta differenziata da adempimento formale a vero motore di sviluppo locale, innovazione e sostenibilità.
L’economia circolare rappresenta per l’Irpinia una straordinaria occasione di sviluppo, in grado di generare innovazione industriale, occupazione di qualità e nuove filiere produttive legate al riciclo e alla valorizzazione delle risorse. Ma per coglierla davvero occorrono una visione politica chiara, una programmazione coraggiosa e un’assunzione di responsabilità condivisa. Servono investimenti, competenze e soprattutto un coordinamento efficace all’interno dell’ATO, che deve essere in grado di supportare in modo concreto i comuni più in difficoltà. Senza questo accompagnamento, il divario interno rischia di ampliarsi ulteriormente.
È essenziale completare la rete degli impianti dell’economia circolare anche nel nostro territorio, a partire dalle strutture destinate al trattamento dell’organico, senza le quali la raccolta differenziata rimane fragile e incompleta. Dotare l’Irpinia delle infrastrutture adeguate significa trasformare i rifiuti in risorsa, chiudere i cicli, ridurre i costi per la cittadinanza e costruire un modello di sviluppo moderno e competitivo.
Il nostro appello va a tutte le istituzioni coinvolte: occorre sostenere con determinazione i comuni che non hanno ancora raggiunto gli obiettivi minimi, ridurre le disuguaglianze territoriali e fare della gestione dei rifiuti non una semplice incombenza amministrativa, ma un pilastro della crescita economica, della qualità ambientale e dell’identità futura dell’Irpinia.”
Un segnale positivo arriva dal Parco Regionale del Partenio, che raggiunge una raccolta differenziata media del 71,53%, con quindici comuni oltre la soglia minima e cinque Comuni Rifiuti Free. Un esempio concreto di come, anche in Irpinia, modelli avanzati di gestione dei rifiuti possano radicarsi e funzionare in modo efficace.
Legambiente Campania richiama la necessità di avviare un impegno straordinario a favore dei territori che ancora non hanno raggiunto gli obiettivi fissati dalla legge. L’associazione sollecita l’attivazione di un Piano regionale specifico per i comuni non ancora ricicloni e la creazione di una task force in grado di affiancare le amministrazioni locali in difficoltà. Parallelamente, viene ribadita l’urgenza di completare la rete degli impianti dell’economia circolare, condizione essenziale per garantire la piena valorizzazione della frazione organica e chiudere correttamente il ciclo dei rifiuti.
L’Irpinia dispone delle competenze, delle esperienze e delle condizioni per colmare rapidamente il divario che ancora la separa dalle migliori realtà regionali e nazionali. Per riuscirci sarà però indispensabile un impegno collettivo, capace di unire amministrazioni, gestori, ATO e cittadini in un percorso che trasformi la raccolta differenziata da adempimento formale a vero motore di sviluppo locale, innovazione e sostenibilità.
