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Solidarietà dell'Ordine dei Medici alla famiglia Pesiri: "Nessun dubbio sulla professionalità di chi opera nel Pronto soccorso"

 

Vicinanza e solidarietà dall’Ordine dei Medici di Avellino alla famigliaPesiri per la dolorosa perdita di Oscar Pesiri, ingegnere per decenni in servizio al Comune di Avellino e figura di riferimento per le sue qualità umane e professionali.

La sua scomparsa è stata, nei giorni scorsi, al centro dell’attenzione in città, anche per le circostanze in cui è avvenuta, duramente stigmatizzate dal figlio, il notaio Fabrizio Pesiri, che sulla pagina Facebook dell'Azienda Sanitaria dell'Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino, ha raccontato quello che non ha esitato a definire “il calvario di mio padre al Pronto Soccorso”.

L’Ordine dei Medici, nel comprendere le legittime ragioni che hanno spinto la famiglia Pesiri a recriminare per la perdita di una persona cara, vuole esprimere il sostegno incondizionato ai colleghi del Pronto Soccorso “che, insieme agli altri operatori sanitari,lavorano in condizioni estremamente disagiate per i noti problemi strutturali e organizzativi del Pronto Soccorso, legati anche alla carenza di posti letto che non consente il trasferimento ai reparti, cosa assolutamente necessaria,degli ammalati con diagnosi definita per la mancanza di personale in grado di assisterli con la giusta e necessaria attenzione”.

L’Ordine del Medici di Avellino, guidato dal Presidente Francesco Sellitto, sottolinea ancora “la professionalità e la preparazione dei nostri medici dell’emergenza urgenza, che non può assolutamente essere messa in discussione”.

In conclusione, l’Ordine dei Medici avanza anche una proposta che potrebbe contribuire a disinnescare le tensioni fra operatori e famiglie. “Potrebbe essere introdotta– precisa Sellitto - una terza figura destinata amantenere i contatti con i familiari dei pazienti che si trovano nel Pronto Soccorso, fornendo loro le necessarie comunicazioni, in particolare sugli esami e gli eventuali trattamenti ai quali vengono sottoposti i parenti durante la loro permanenza nella struttura ospedaliera di primo intervento”.