Appuntamenti
Bisaccia - Dal 30 maggio al 28 giugno la rassegna di giovani autori italiani sulle rotte del cinema del reale

Parte venerdì 30 maggio al Cinema Romuleo di Bisaccia (Av), con quattro serate organizzate insieme al Forum dei Giovani del comune altirpino, la rassegna Italian Doc New Wave – giovani autori sulle rotte del cinema del reale. Il progetto del CSC-Centro Studi Cinematografici, per la direzione artistica del critico e docente Silvio Grasselli, è realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per chi crea” e toccherà, dopo Bisaccia (30-31 maggio, 6-7 giugno), i comuni di Lioni (20 giugno) e Aquilonia (21 giugno) per terminare ad Avellino (27-28 giugno).
La rassegna porterà nei tre paesi dell’Alta Irpinia e nel capoluogo – i quattro comuni hanno concesso il patrocinio all'iniziativa – una selezione di alcuni tra i più rappresentativi autori di cinema documentario della scena contemporanea, tutti under 35. La selezione include profili di provenienze geografiche e culturali differenti, idee cinematografiche, approcci, formati diversi che ben rappresentano un paradigma sintetico delle nuove forme produttive, estetiche e narrative del documentario italiano.
I titoli sono LA PATENTE (2019) e ‘NFACCIVENTO (2017) del siciliano Giovanni Gaetani Liseo, PORTUALI (2024) della marchigiana Perla Sardella, REPORTAGE BIZZARRE (2014) del romano Fulvio Risuleo, TERRA NOVA (2023) dell’abruzzese Lorenzo Pallotta, VERGOT (2016) della trentina Cecilia Bozza Wolf.
Giovanni Gaetani Liseo rappresenta la leva dei nuovi documentaristi formatisi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. I suoi due film raccontano con diversi approcci stilistici il medesimo orizzonte antropologico delle aree interne e rurali siciliane. ’Nfaccivento registra la testimonianza di un vecchio pastore che con la propria storia e il proprio corpo costituisce una traccia di un passato remoto che raggiunge la modernità e la abita. La patente, più vicino al modello del nuovo cinema documentario di genere, racconta con i toni della commedia e un’osservazione discreta la storia paradossale e teneramente tragicomica di un giovane pastore.
Perla Sardella si muove in un ampio campo creativo tra immagini fisse e in movimento, esplorando vari formati tra cui documentario, fotografia, installazioni audio e video con opere che si pongono all’intersezione tra sperimentazione e osservazione. Con sue opere filmiche ha vinto il concorso del Filmmaker Festival di Milano e partecipato a Visions du Réel, festival svizzero tra i maggiori appuntamenti internazionali del settore. Il suo primo lungometraggio documentario, Portuali, che si immerge nel vivo di una vicenda di lavoro e di conflitto sociale, ha concorso al Festival dei Popoli.
Fulvio Risuleo, a poco più di trent’anni già autore affermato con tre lungometraggi di finzione al suo attivo e noto per la sua carriera di fumettista e di regista di film a soggetto, ha sperimentato molto usando formati non commerciali. Tra i suoi molti lavori premiati forse il più originale è l’i-doc Reportage bizarre, un documentario interattivo su piattaforma internet che – seguendo e aggiornando la tradizione del documentario soggettivo di creazione europeo – inanella una serie di film brevi disegnando una mappa privata e personale della città di Parigi.
Lorenzo Pallotta, segnalatosi all’attenzione generale al Festival di Torino con la narrazione ibrida pseudodocumentaristica di Sacro moderno, è di recente tornato al festival piemontese con il suo primo documentario di lungometraggio: Terra Nova – il paese delle ombre lunghe attraversa e combina il film d’osservazione classicamente inteso con due delle principali tendenze documentaristiche contemporanee, il film d’archivio (found footage film) e il diario sperimentale.
Cecilia Bozza Wolf, tra le registe indipendenti emergenti più originali, ha esordito sulla scena dei festival internazionali al Festival dei Popoli di Firenze con Vergot, racconto ibrido che segue la vicenda di un giovane omosessuale nella chiusa provincia montana trentina, stretto fra le maglie oppressive della famiglia patriarcale e il delicato rapporto con la piccola comunità locale.