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Il progetto di restauro per il prestigioso Castello di Sant’Adiutore di Cava dè Tirreni firmato dall’architetto Angelo Verderosa

 

E’ l’architetto altirpino Angelo Verderosa a firmare il progetto di restauro per il millenario Castello di Sant’Adiutore, da poco presentato in conferenza stampa nel Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni.

Il team di progettazione, guidato dall’arch. Verderosa e costituito con Francesco Avagliano, Carmelina Antico, Giovanni Maggino e Benedetta Verderosa con le consulenze specialistiche di Sergio Paciello e di Giampiero Galasso, collaboratori gli architetti Antonio Lancellotti e Mario Avagliano Trezza, si è aggiudicata l’importante gara di progettazione ad inizio 2021.

In 9 mesi è stata elaborata e approvata la fase preliminare, quindi quella definitiva con parere favorevole della Soprintendente Francesca Casule e infine la progettazione esecutiva; quest’ultima anche appaltata. 

<<E’ stato un lavoro corale, che normalmente richiederebbe almeno un paio di anni tra le tante lungaggini burocratiche che riscontriamo negli enti pubblici. A Cava, grazie alla volontà del Sindaco, alla determinazione dei dirigenti dell’area tecnica e all'intenso lavoro portato avanti dal Rup e dall’ufficio fondi comunitari, il team di progettazione ha potuto lavorare in procedura di qualità rispettando le tempistiche date dal contratto e conseguendo i pareri di norma. L’obiettivo era appaltare i lavori entro il 31 dicembre>> ha dichiarato l’arch. Verderosa; 

che aggiunge : 



<<Il complesso del Castello di Sant’Adiutore rappresenta il sito storico più significativo e prestigioso della città di Cava de’ Tirreni. Si tratta di una delle emergenze caratterizzanti il paesaggio cavese, essendo situato sul Monte Castello, in una posizione dominante e contigua al centro urbano. Costruito intorno all’VIII secolo fu eretto con lo scopo di controllare la viabilità di collegamento tra Napoli, Nocera e Salerno. Il castrum è costituito da un circuito murario inferiore e da un volume di pianta rettangolare sulla sommità del colle. 


Nel 1943 i bombardamenti del secondo conflitto mondiale hanno comportato la distruzione di una parte significativa della volumetria originaria del Castello, mai più ricostruita, mentre a far data dal 1950 circa, il monumento ha subito numerose improprie modifiche come la realizzazione delle merlature sulla copertura (in calcestruzzo armato) e l’introduzione di finestre a bifora sulle facciate. Il recupero e riproposizione dell’aspetto originario del Castello, l’impiego di materiali e finiture tradizionali, le soluzioni tecniche a basso impatto ambientale, la salvaguardia delle specie arboree esistenti, sono alcuni dei principi metodologici che consentono all’intervento contemporaneo di rispettare e rafforzare il dialogo con il contesto storico e paesaggistico. Un’idea dell’aspetto originario del Castello è stata data fortunosamente dalla foto dell’archivio fotografico ‘Landi’, di inizio ‘900, che ritrae il complesso nella sua interezza e autenticità. 


Grazie a questa immagine, la Soprintendenza ha consentito di sviluppare l’idea di ‘ricostruzione’ del volume mancante, reinserendolo correttamente nel paesaggio di Cava. Il progetto mira al recupero degli antichi spazi del complesso architettonico e prevede un mix di funzioni culturali e sociali (museo, sala per esposizioni temporanee, chiesetta, info-point, servizi per portatori di disabilità) compatibili con l’edificio antico e che valorizzeranno il carattere storico e architettonico dell’edificio, potenziandone e ampliando le possibilità di fruizione. In particolare, l’intervento museale è finalizzato alla realizzazione di un museo urbano che impiegherà tecniche innovative di tipo multimediale per coinvolgere i visitatori in un percorso pluri-sensoriale di forte impatto emotivo che si collegherà con gli altri poli culturali della città>>.