Yuri Gioino e il suo diario civile "Nevere" con l'invito alla responsabilità e alla passione civile

La passione, l'impegno civile e la determinazione: tre ingredienti di un sindaco che ha invitato amici e cittadini per raccontare l'esperienza e l'amore per la sua Lioni con uno sguardo dignitoso e senza il tipico vittimismo di chi utilizza la politica per dividere con cinismo la realtà quotidiana. Yuri Gioino scava con la forza del suo gioire alla vita con la stessa naturalezza delle "Nevere", costruzioni interrate di pietre, realizzate in montagna per conservare la neve nel periodo estivo e ricavarne il ghiaccio fondamentale per conservare il cibo. Senza finzioni, Yuri affronta la memoria del territorio, il senso di comunità e lancia segnali sulla vita locale, ma anche collettiva con una simbologia evidente. Il monte Calvello, la scelta del parco attrezzato Gavitoni appaiono una verde conca riposante circondata da scalinate di roccia discendenti, a volte a precipizio a volte dolci. Il paese, come altri borghi dell'Irpinia della ragione e dell'emozione, vive la speranza di un futuro migliore, al quale non bisogna mai arrendersi, nonostante i lamentosi corvi e i repressi poco inclini al lavoro e alla passione civile. Angelo Giusto, con la consueta caparbietà di saper raccontare le tradizioni locali e la storia dei piccoli comuni, ha reso omaggio a Yuri nel giorno del suo compleanno ma in particolare al suo Diario Civile, appunto le Nevere. Sessantasette pagine ricche di spunti e riflessioni, dalla gestione delle risorse, alle trasformazioni sociali, allo spopolamento ai cambiamenti climatici. Una difesa della sua comunità, senza fronzoli e rincorsa estenuante alle promesse ma dando risposte alla sua gente. Pertanto, ed ecco le nevere, "bisogna sapere quali valori conservare e quali lasciare andare".Perchè, "la neve, se non si usa al momento giusto, si scioglie.E con essa la memoria". Una metafora intelligente, intesa alle nuove sollecitazioni alla politica,specie di sinistra, che "spesso fatica ad adeguarsi ai tempi, ai cambiamenti, alle nuove esigenze.Una sinistra ( ma sono la maggior parte dei partiti,ndr.) che rischia di parlare a se stessa, chiusa nelle proprie formule, mentre il mondo cambia sotto i nostri occhi". Il primo cittadino invita al coraggio di saper cambiare davvero, di uscire dalle vecchie stanze senza dimenticare ciò che custodivano. Ammetto come modesto cronista che il racconto serale ha regalato una ventata di freschezza, non solo dell'aria frizzante del parco Gavitoni ma una sorta di compiaciuta stima nell'autore del piccolo volume per il coraggio espresso nell'essere alfiere del pensiero libero.Alla fine, tra un elegante narratore, la testimonianza di Don Tarcisio il parroco dai legami forti e duratori dal tempo del terremoto, la voce ispiratrice dell'attore, il duetto tra la brava Elisa Forte e il "festeggiato" Yuri, rimane in sospeso il futuro che verrà. Un futuro che riguarda tutti, comuni, province, regioni e Nazione. La risposta , sollecitata anche dai numerosi intervenuti, è lapidaria: "è urgente riscoprire la responsabilità collettiva combattendo, prepotenza, indifferenza, egoismo , le divisioni sterili, interessi personali e l'egoismo".Insomma, rimane l'attualità delle nevere: custodire, proteggere, preservare per chi verrà dopo".
Auguri e grazie Yuri. (di Antonio Porcelli )