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Consorzio tutela vini d'Irpinia contro Mastroberardino,"Prova a delegittimarci"

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Cda - Consorzio Tutela Vini d'Irpinia:


A tutela degli agricoltori, dei vinificatori, degli imbottigliatori, del loro Consorzio e a tutela di tutti gli interessati alla vicenda il CDA del Consorzio tutela Vini D'Irpinia rende noto che è in atto un tentativo di delegittimazione del Consorzio stesso da parte della Mastroberardino Società Agricola SRL.

In data 31 Maggio 2022 il Prof. Piero Mastroberardino nella qualità di Presidente del CDA della Mastroberardino S.A. srl, faceva infatti pervenire al Consorzio, recesso a mezzo dimissioni ex art. 9 dello Statuto. In data odierna 10 Giugno 2022, seguiva nota del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, fatta pervenire all'indirizzo pec del Consorzio e ad Agroqualità Spa, avente ad oggetto: verifica dei dati attuali relativi alla rappresentatività del Consorzio tutela Vini d'Irpinia ai sensi dell'articolo 4, co1 del Decreto Dipartimentale 12 Maggio 2010 n.7422, motivata da

segnalazioni pervenute allo stesso Ministero, relative alle dimissioni di soci dal Consorzio in oggetto, che ne causerebbero la perdita di rappresentatività delle denominazioni tutelate.


Stupisce, innanzitutto, come colui che si è sempre eretto a paladino e rappresentante della viticultura Irpina da generazioni, e che fino alle prime elezioni democratiche svoltesi a fine aprile 2022 ha, di diritto e di fatto, Guidato il Consorzio di tutela, sin dalla sua costituzione in data Aprile 2003, stia tentando oggi di far perdere il riconoscimento erga omnes, faticosamente conseguito da codesto Consorzio solo a fine 2017.

In realtà lo stesso Piero Mastroberardino, in sede di Assemblea convocata per il rinnovo delle cariche sociali, prendendo la parola prima che si procedesse all’espressione del voto espressamente dichiarò che, laddove l’epilogo fosse stato la perdita da parte della lista dallo stesso sostenuta, “ci sarebbe stata qualche defezione” (riferito evidentemente al Consorzio).

La gravità di tali parole, risuonate come una minaccia, aveva steso un velo di imbarazzo sulla platea, riunita in assemblea, che ha comunque espresso inequivocabilmente la sua volontà votando. Appare opportuno a questo CDA precisare quanto segue:

Dalla sua costituzione nel 2003 il Consorzio Vini d'Irpinia pur avendo riconoscimento Ministeriale, ha conseguito l'erga omnes solo a distanza di ben 14 anni nel 2017. L'erga omnes è arrivato infatti solo dopo la battaglia che portò ben 80 aziende a recedere dal Consorzio, in segno di protesta per la sua inattività in termini di promozione del territorio e mancanza di legittimazione erga omnes a tutela delle denominazioni Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.

Solo a seguito dell'accordo teso a strappare la promessa che finalmente il Consorzio avrebbe ottenuto il riconoscimento Ministeriale con efficacia erga omnes, le aziende accettarono di fare rientro nel Consorzio.

La fuoriuscita improvvisa e repentina dell'azienda Mastroberardino all'indomani dello svolgimento delle prime ed uniche elezioni democratiche svoltesi a fine Aprile 22, che hanno visto sconfitta la leadership capitanata dallo stesso Mastroberardino, ha l'unico scopo di delegittimare il Consorzio facendo si che lo stesso perda la rappresentatività delle produzioni vitivinicole e conseguentemente la funzione di tutela e promozione delle denominazioni stesse.

In buona sostanza il Prof. Mastroberardino, non potendo accettare che una nuova leadership guidi l'organo consortile, preferisce piuttosto privare l'Irpinia di uno strumento importante e fondamentale per lo sviluppo e la promozione della filiera vitivinicola dimenticando -tra l’altro- che le sue dimissioni avranno efficacia solo dall’1 gennaio 2023.

L'azione che Mastroberardino sta perpetrando è solo a danno del territorio (che dovrebbe avere a cuore) ivi compresi tutti coloro che lo hanno sostenuto nella scorsa elezione. D’altra parte in qualità di produttore storico di questa provincia, mai avrebbe dovuto essere divisivo ma aggregativo proprio perché il Consorzio fungesse da volano per questa Provincia i cui prodotti vinicoli non hanno mai reso, in termini economici, al pari di altri vini italiani anche meno prestigiosi.

L'attuale Presidente del Consorzio e tutto il CDA intendono rassicurare gli operatori del settore e tutti gli associati che non solo non si faranno intimidire da simili tentativi di danneggiamento ma che sono state poste in essere azioni concrete per la rivalutazione dell’intera filiera vitivinicola allo scopo di dare al territorio ed alle sue denominazioni il prestigio e la visibilità che meritano, contro ogni miopia imprenditoriale che la storia di questo territorio racconta.

Il CDA inoltre precisa che sia il Presidente in carica, che i suoi membri, restano disponibili al confronto democratico, come del resto hanno testimoniato, essendosi rimessi all’espressione del voto degli associati, e sono dunque pronti a confrontarsi con chiunque purché per il bene del territorio.