Tu si nat in Italy

Iandolo: “Si faccia chiarezza fino in fondo. Avellino ha bisogno di parole di verità e democrazia.”



Con profondo sconcerto ho appreso questa mattina dell'applicazione delle misure cautelari all'ex sindaco Gianluca Festa e con ancora più sgomento ho letto il comunicato della procura che con durezza denuncia la privatizzazione della gestione pubblica nella città di Avellino, il tentativo di inquinare le prove all'interno del Comune, le metodologie con cui si falsificava un concorso pubblico. 

Sono anni che proviamo a denunciare tutto questo alla cittadinanza, credendo che la condotta politica dell' #amministrazionefesta, la sua mancata trasparenza, i suoi processi decisionali verticistici, l'assegnazione diretta di commesse e fondi stesse impoverendo i processi democratici, logorando i legami della comunità, sfiduciando il valore della politica. Mai avremmo pensato che dietro questo si potessero nascondere dinamiche delittuose tali da condurre la procura ad emanare gli arresti domiciliari.

Avellino ha bisogno di ritrovare una giusta pace, di ritessere i suoi legami, di metabolizzare su quanto accaduto in questi anni e sul perché molte delle pratiche oggi oggetto di indagine da parte della procura abbiano avuto così tanto consenso. Senza demonizzare nessuno, ben che meno i cittadini che hanno sostenuto e che ancora sostengono questa amministrazione parlando di "giustizia ad orologeria". Dovremmo invece parlare, incontrarci, provare a spiegare quartiere per quartiere cos'è una buona prassi amministrativa, cosa significa gestione pubblica del potere, come includere in questa la cittadinanza con le pratiche più all'avanguardia come la coprogettazione e la coprogrammazione. 

Spetterà al Commissario capire - di intesa con la procura  e la prefettura - se l'ampliamento dell'indagine e le conseguenti misure cautelari coinvolgano l'amministrazione a tal punto da rendere impossibili le elezioni amministrative. Certo sarebbe quasi un unicum rimandare le elezioni senza l'aggravante dell'infiltrazione mafiosa, ma darebbe la misura della gravità degli accertamenti in atto.

Quello che spetta a noi, alle associazioni, ai cittadini della città è di scendere in strada e parlare, confrontarsi, discutere. Costruire nuovi occasioni di riavvicinamento alla politica, alla partecipazione, ad una visione ideale di alternativa allo stato della città. Senza pensare che tutto possa essere archiviato per tornare al passato, senza mettere in un cassetto quanto accaduto ma soprattutto  senza giudicare, che a quello ci penserà il tribunale.