Tu si nat in Italy

Petracca :Le Aree Interne non si accompagnano al tramonto. Si difendono, si rilanciano, si vivono.



Ho letto con sconcerto le parole contenute nel nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI). In un documento ufficiale dello Stato, fatto passare in sordina, nel caldo torrido di queste settimane, all’obiettivo 4, si parla di “accompagnare alcune aree in un percorso di spopolamento irreversibile”. Si dice che non c’è più nulla da fare, che non vale la pena tentare di invertire la rotta. Si ammette la sconfitta. Peggio: la si pianifica.
Per me, questo non è solo un errore madornale. È un atto di resa inaccettabile. È la rinuncia a un pezzo di Italia. È il rifiuto del dovere costituzionale di garantire pari opportunità a tutti i cittadini, ovunque essi vivano. Anche e soprattutto in Irpinia, nei nostri borghi, nei luoghi dove la vita resiste tra mille difficoltà ma con una dignità che merita rispetto, non compassione.
Dire che non si investirà più per trattenere i giovani o costruire servizi è un insulto a chi ha scelto di restare. A chi produce, educa, cura, coltiva, tiene vive comunità intere. È un messaggio devastante: “Non contate più”. E io non posso accettarlo. E’ la fine della politica per come me l’hanno insegnata. La politica è strumento di speranza, non arma per suicidi assistiti.
Le Aree Interne non sono zavorra da gestire, ma risorse strategiche per il futuro del Paese: agricoltura sostenibile, energie rinnovabili, turismo lento, coesione sociale, difesa del territorio. Invece di valorizzarle, lo Stato decide di normalizzare il declino. Di cristallizzarlo. Di accompagnarlo. E’ una visione miope, che tradisce un’assenza pericolosissima di cultura politica, di antropologia, e anche di buon senso.
Io non ci sto.