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Referendum , la vittoria ha molti padri mentre la sconfitta è sempre orfana
lunedì 9 giugno 2025 - Da Redazione
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Tutti a commentare, tutti, come al solito, divisi tra vincitori e vinti, con la maggioranza di governo che non ha tardato a cantare vittoria e i big del centrosinistra e della Cgil pronti a motivare il mancato successo. I referendum su lavoro e cittadinanza non hanno raggiunto il quorum. Senza preamboli, è stata una sconfitta profonda per il centrosinistra con il quorum che si attesta intorno al 30,6%.Una sorta di regalo a Meloni e al centrodestra per i quesiti sul lavoro che hanno avuto il sapore ideologico sbagliato nel metodo e nel merito . A poche ore dal risultato, nessuno ammette la sconfitta, molti commentano la vittoria. Aumenta la disaffezione dei cittadini sempre più assenti e lontani da un dibattito politico che appare autoreferenziale e con un linguaggio lontano dai problemi delle famiglie e delle imprese, anche grazie a un boicottaggio mediatico sul voto. I quesiti posti, specie i primi quattro, risultavano incomprensibili ai non addetti ai lavori con difficoltà di comprensione per gli elettori di farsi un'opinione. Un flop anche il referendum sulla cittadinanza, un tema che sembrava aver scosso la sensibilità di molti e risultato invece ultimo tra i quesiti posti. E' la solita Italia che spesso si arrampica sugli specchi con l'abilità di creare alibi ad hoc a seconda degli opportunismi legati al potere. Infine un dato: si è votato di più nei grandi centri con una differenza tra la media dei comuni con centomila abitanti e quelli fino a diecimila abitanti che è stata di otto punti. L'affluenza è stata maggiore nei comuni con più laureati con meno elettori che hanno votato rispetto al referendum sulle trivelle del 2016. Insomma, la mobilitazione non è scattata!
Per le regioni, con oltre il 39% di affluenza, la Toscana è la prima per il numero di cittadini che si sono recati alle urne. Con il 38%, si attesta al secondo posto l'Emilia Romagna, poi la Liguria e il Piemonte con il 34,5% circa. Subito sotto il podio le Marche (32,7%) seguite dall'Umbria (31,3%) e dalla Basilicata (31,1%). Quindi il Lazio (31%), la Lombardia (poco meno del 31%), l'Abruzzo (29, 8%), la Valle d'Aosta e la Campania (29,%), la Puglia (28,5%), Il Molise (27,8%), Il Fvg (27,5%), Sardegna (27%) e Veneto (26,3%). Infine, Trentino Alto Adige con 22,5%, la Calabria e la Sicilia, appaiate al 22/23%.
In Campania , le due province dove si è votato di più sono Napoli (31,76) e Avellino (31,38). A Napoli città è andato alle urne oltre il 33 per cento degli aventi diritto.
Da segnalare il caso del comune di Volla (Napoli), quasi 26mila abitanti, unico centro campano a votare anche per il ballottaggio delle amministrative: qui il quorum è stato ampiamente superato, con il 51,93%, di poco inferiore al 53,24% che ha votato per il sindaco.
La provincia di Avellino si è fermata al 31%. Solo in quattro comuni irpini si è registrata un’affluenza pari o superiore al 40%: si tratta di San Nicola Baronia (43,59%), Grottolella (42,17%), Salza Irpina (41,98%), Parolise (41,36%), Pratola Serra (40,22%) Sorbo Serpico (40%).Villamaina (39,92%), Paternopoli (38,09%), San Potito Ultra (38,05%), Morra De Sanctis (36,95%). (A.P.)