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Dissesto idrogeologico in Irpinia. Fiordellisi (Cgil): «Subito interventi per evitare disastri»

 

 «Continuano i gravissimi episodi di dissesto idrogeologico che hanno interessato, per l’ennesima volta, l’Irpina: oltre le parole servono azioni concrete e sistemiche contro il dissesto idrogeologico. Per questo vogliamo condividere, ancora una volta alcune riflessioni che riteniamo di fondamentale importanza per evitare il sistematico ripetersi di simili situazioni che determinano ingenti danni e gravi disagi alle comunità colpite». Così Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino.


«Partiamo dall’osservare che, grazie alla fortuna e in taluni casi l’attivazione delle procedure di emergenza, non ci sono stati danni a persone; purtroppo, però, non sempre l’adozione, anche tempestiva, di tali misure risulta efficace in tal senso, come ormai frequentemente si verifica con dissesti a cinematica rapida, dovuti alle intense precipitazioni, associano frequentemente anche la presenza di vittime e danni rilevanti ad infrastrutture e beni».

«Assume, quindi, un ruolo sempre più importante e fondamentale l’attività di prevenzione che, sebbene puntualmente evocata dopo simili eventi, troppo spesso viene rapidamente dimenticata, o comunque derubricata ad attività secondaria, a cui difficilmente vengono destinate adeguate risorse, quasi che diventa lecito supporre che, secondo talune “correnti di pensiero”, possa essere preferibile continuare ad operare in situazioni di emergenza». 

«Per tutto questo deve essere fondamentale la lotta al cambiamento climatico, alla manutenzione del territorio, alla tutela ambientale, alla riduzione della cementificazione con bio edilizia, rigenerazione urbana, la transizione ecologica. Lo ricordiamo per l'ennesima volta, mentre si stanno immaginando azioni per l’uso dei Fondi del Piano di Ripresa e Resilienza, serve confronto con questi più soggetti sociali, trasparenza per una vera Governance che traduca in strategia condivisa, non ci servono nuove opere inutili ed invasive, senza avere a cuore e di vista il futuro delle nuove generazioni e del territorio».