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Sanità : vicino il risanamento dei conti, ma le emergenze restano tante

La Regione Campania intravede la luce in fondo al tunnel del deficit della sanità. Dopo lo sblocco, da parte dei ministeri dell’Economia e della Sanità, di 450 milioni di trasferimenti congelati, relativi alle annualità che vanno dal 2005 al 2007; sono alla portata della Giunta Caldoro altri 230 milioni, della stessa tranche. Il prezzo di quest’apertura di credito da parte di Roma è il Piano di rientro dal deficit sanitario messo in atto ormai da un anno.
Il visto governativo all’erogazione è arrivato a seguito dell’approvazione di tre delibere di giunta: quella riguardante i posti di direttore generale; quella che modificava la finanziaria regionale eliminando passaggi ostativi al rientro dal deficit e quella che impone un controllo più stringente sulle esenzioni da ticket. L’azione della giunta regionale è ora indirizzata a compiere i passi necessari per arrivare allo sblocco della seconda parte dei fondi 2005-2007, se entro dicembre l’esecutivo campano riuscirà a varare un provvedimento per la riduzione degli straordinari del personale ed un altro per confermare le attuali direttive per il rientro dal deficit, Roma sbloccherà i restanti 230 milioni. Per quanto riguarda invece il 2012 l’obiettivo è liberare i fondi relativi agli anni 2008-2009, circa 1,9 miliardi di euro; risorse fondamentali per avviare seriamente l’iter per sbloccare il tourover. Nell’ultimo biennio sono andate in pensione 1500 persone senza essere rimpiazziate e, nonostante vari annunci anche da parte del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, nulla si è mosso finora su questo scottante e sempre meno gestibile disagio. Anzi: è proprio notizia di un mese fa la revoca, da parte di Sergio Florio, di tutte le procedure concorsuali pubbliche e le selezioni interne bandite dalle Asl di Avellino 1 e 2 prima dell’unificazione.
Se l’andamento del deficit dà argomenti per essere ottimisti resta però l’ammontare del debito a far paura. Difatti il disavanzo nel 2009 era pari a 773 milioni; l’anno successivo, il primo di Caldoro, è sceso a 491 milioni; per la fine di quest’anno è previsto un deficit di 240 milioni, mentre per il 2012 è diventato realistico ipotizzare un ulteriore riduzione fino a 55 milioni di euro. Se così fosse la Campania potrebbe finalmente dire addio alle maxi addizionali Irpef (+30%) ed Irap (+15%) che hanno rappresentato, ulteriori, vincoli per lo sviluppo della regione; creando i presupposti per una seria e vera fiscalità di vantaggio a favore delle imprese che investono in Campania. Il tutto all’ombra del mega debito storico della sanità campana: 5,6 miliardi che, per la sua grandezza, rende impossibile ogni previsione sui tempi della sua copertura.
Il via libera ai fondi stimola anche le richieste di garanzie da parte delle parti sociali. Ritardi nel pagamento delle prestazioni dei privati, circa 500 milioni di crediti vantati da più soggetti convenzionati con il servizio sanitario nazionale; l’organizzazione dell’offerta sanitaria sul territorio, con la minaccia di chiusura degli ospedali più piccoli; i precari da stabilizzare, circa 6500 secondo i sindacati e, appunto, lo sblocco del turn over rappresentano le emergenze, oltre a quelle di bilancio, a cui la Regione Campania dovrà dare risposte tanto immediate quanto concrete e risolutive.
Il visto governativo all’erogazione è arrivato a seguito dell’approvazione di tre delibere di giunta: quella riguardante i posti di direttore generale; quella che modificava la finanziaria regionale eliminando passaggi ostativi al rientro dal deficit e quella che impone un controllo più stringente sulle esenzioni da ticket. L’azione della giunta regionale è ora indirizzata a compiere i passi necessari per arrivare allo sblocco della seconda parte dei fondi 2005-2007, se entro dicembre l’esecutivo campano riuscirà a varare un provvedimento per la riduzione degli straordinari del personale ed un altro per confermare le attuali direttive per il rientro dal deficit, Roma sbloccherà i restanti 230 milioni. Per quanto riguarda invece il 2012 l’obiettivo è liberare i fondi relativi agli anni 2008-2009, circa 1,9 miliardi di euro; risorse fondamentali per avviare seriamente l’iter per sbloccare il tourover. Nell’ultimo biennio sono andate in pensione 1500 persone senza essere rimpiazziate e, nonostante vari annunci anche da parte del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, nulla si è mosso finora su questo scottante e sempre meno gestibile disagio. Anzi: è proprio notizia di un mese fa la revoca, da parte di Sergio Florio, di tutte le procedure concorsuali pubbliche e le selezioni interne bandite dalle Asl di Avellino 1 e 2 prima dell’unificazione.
Se l’andamento del deficit dà argomenti per essere ottimisti resta però l’ammontare del debito a far paura. Difatti il disavanzo nel 2009 era pari a 773 milioni; l’anno successivo, il primo di Caldoro, è sceso a 491 milioni; per la fine di quest’anno è previsto un deficit di 240 milioni, mentre per il 2012 è diventato realistico ipotizzare un ulteriore riduzione fino a 55 milioni di euro. Se così fosse la Campania potrebbe finalmente dire addio alle maxi addizionali Irpef (+30%) ed Irap (+15%) che hanno rappresentato, ulteriori, vincoli per lo sviluppo della regione; creando i presupposti per una seria e vera fiscalità di vantaggio a favore delle imprese che investono in Campania. Il tutto all’ombra del mega debito storico della sanità campana: 5,6 miliardi che, per la sua grandezza, rende impossibile ogni previsione sui tempi della sua copertura.
Il via libera ai fondi stimola anche le richieste di garanzie da parte delle parti sociali. Ritardi nel pagamento delle prestazioni dei privati, circa 500 milioni di crediti vantati da più soggetti convenzionati con il servizio sanitario nazionale; l’organizzazione dell’offerta sanitaria sul territorio, con la minaccia di chiusura degli ospedali più piccoli; i precari da stabilizzare, circa 6500 secondo i sindacati e, appunto, lo sblocco del turn over rappresentano le emergenze, oltre a quelle di bilancio, a cui la Regione Campania dovrà dare risposte tanto immediate quanto concrete e risolutive.
