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Acqua - Renzi punta alla privatizzazione: inevitabili tariffe più alte per i cittadini

In un momento cruciale per la gestione idrica in Irpinia e Sannio, la possibilità di una gestione pubblica di tale risorsa è messa di nuovo a rischio questa volta, però, dal Governo Nazionale.
Ci sono, infatti, importanti novità riguardo a servizi pubblici e partecipate, così come rivelato da Marco Palombi con un articolo su “Il Fatto Quotidiano”.
Questa mattina Governo e maggioranza voteranno per mettere in discussione il referendum del 2011, che aveva sancito che l’acqua fosse un bene comune e dunque da gestire attraverso sistemi pubblici.
26 milioni di cittadini si erano espressi a favore di un referendum che ha poi portato a definire una legge che tutelasse il servizio idrico, sancendo una gestione affidata ad un ente pubblico e non al mercato.
Questa legge, sottoscritta da diversi partiti come Sel, Pd, M5S, adesso viene messa in discussione attraverso un emendamento del Pd che sarà votato questa mattina in Parlamento e che prevede la cancellazione del principio alla base della legge, ossia che il gestore debba esse pubblico.
Questo vuol dire che l’acqua sarà letteralmente venduta al mercato.
Governo e relatore si sono già mostrati favorevoli a questa alternativa privata e, come svelato su “Il Fatto Quotidiano”, in realtà questo cambiamento di tendenza sarebbe già in atto da diverso tempo.
Un cambiamento graduale che è scaturito proprio dallo “Sblocca Italia” che ha sancito prima di tutto la necessità di concentrare i servizi pubblici locali nelle mani di poche grandi multinazionali capaci di competere anche sul mercato estero e poi ha cominciato ad incentivare i Comuni a privatizzare i cosiddetti servizi pubblici a rete, come ad esempio l’acqua, in cambio di sconti sul Patto di Stabilità interno.
Il problema più grave sorge però sulle tariffe delle bollette che arriveranno ai cittadini. Mentre con il referendum era stata cancellata dalla bolletta la voce che garantiva “adeguata remunerazione del capitale investito”, ora Renzi non ha fatto altro che reintrodurla tradendo la volontà di milioni di italiani.
Questo significa che le bollette saranno necessariamente più care, così da permettere a grandi aziende private di ottenere profitto su una risorsa che in realtà è un bene comune e non di pochi.
È sconcertante pensare che dal 2008 al 2015 le tariffe sono raddoppiate, mentre i servizi che riguardano la rete idrica lasciano sempre più a desiderare.
Insomma una situazione piuttosto complessa che mette in evidenza ancora una volta come si dia maggiore importanza all’interesse di pochi, piuttosto che al bene dell’intera comunità italiana.