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Bellezza e debolezza, la grande piccola Irpinia

La Grande Bellezza è titolo ambiguo. Ora scatterà una formidabile azione speculativa. A Roma prolifereranno ristoranti a tema e tour organizzati sui luoghi del film. E in tutta Italia si diffonderanno citazioni. I titoli giornalistici ne abuseranno. Non crediamo che questo possa succedere ad Avellino e in Irpinia: è un auspicio più che altro. Ma se proprio qualcuno volesse dare l’etichetta sorrentiniana a un vino, a un borgo, a un corso o ad un panorama, beh sarebbe prima il caso di recuperare un po’ di bellezza.
E’ partita bene la città di Avellino. L’Amministrazione comunale guidata da Paolo Foti ha inaugurato, speriamo, una nuova stagione. Via i gazebo dal corso Vittorio Emanuele. I cittadini potrebbero festeggiare l’evento con sontuosi aperitivi offerti dai bar che avevano giustamente osteggiato quelle coperture: scomode, inutili e lontane da ogni tipo di bellezza. Notizia solo parzialmente negativa per l’Irpinia dei detrattori a fin di bene, Avellinews o Irpinia Paranoica. Avranno un posto in meno da fotografare, certo. Ma la nostra terra, purtroppo, è sempre piena di orrori da immortalare. Orrori vecchi e orrori nuovi.
Detto questo, ci sembra interessante, anche dal punto di vista estetico, il progetto dei privati per la riqualificazione delle aree sciistiche del Laceno. Peccato che tale progetto non venga definito compatibile con la destinazione dei fondi individuati. A Bagnoli Irpino vogliono una nuova pista, non nuovi ristoranti. Questa strana vicenda non ci pare bella, soprattutto perché a nostro parere i privati debbono investire con soldi propri.
La grande munnezza è quella che resta nel sottosuolo delle aree industriali. Sono anni che si sente parlare di riconversione di capannoni e bonifiche. Niente da fare per il momento.
Intanto si inizia a dibattere sul petrolio dopo la nascita piccolo fronte “Sì Triv”. Il movimento dei favorevoli al petrolio potrebbe allargarsi rompendo lo schema di una discussione che discussione non era. Sarebbe il caso che chi si oppone alle trivelle si sforzi di far arrivare alla gente messaggi più forti. Di questi tempi puntare sulla bellezza per convincere la gente a lottare, quando la gente è senza lavoro, ci sembra controproducente. Ci riferiamo a slogan come “L’oro nero è il vino” o a quelli come “L’Irpinia è verde, non nera” e via dicendo. In generale faremmo meglio a non parlare dell’Irpinia come della terra più bella del mondo. Nulla da invidiare alla Toscana e alla Svizzera? Il discorso è molto semplice. Ci sono luoghi meravigliosi in Irpinia. Ma altri assolutamente anonimi. Altri invece oggettivamente brutti. La sfida è preservare i primi, non investire sui secondi, intervenire sui terzi pensando alla salute di chi ci abita, innanzitutto. Ma finendola di considerare ogni luogo di questa terra un paradiso da proteggere, scrigno prezioso nascosto in una cassaforte d’oro.