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La 'casta' dei pluripensionati, lo strano caso della Regione Campania

Quelli della Casta ora diventano quelli… delle pluripensioni. Sono almeno una trentina gli ex consiglieri regionali remunerati con una doppia pensione, quella da consigliere regionale e quella da parlamentare. Non finisce qui lo ‘strano caso dei consiglieri regionali campani’. Esiste anche una buonuscita, pari a una mensilità lorda moltiplicata per gli anni delle legislature alle quali si è partecipato. Per una sola legislatura, il bonus sarà di circa 48 mila euro, per due la cifra raddoppia, per tre si arriva a 150 mila euro. Lo stesso vale anche per i parlamentari vicini alla pensione: anche per loro esiste un trattamento di fine rapporto che va a cumularsi, nel caso della doppia funzione, a quello regionale. Cifre che vanno ad aggiungersi all’indennità mensile “doppia”, capaci di garantire una vecchiaia immacolata. Nessuna differenza per chi ha lavorato anche solo per meno di due anni, arrivato alla soglia dei 60 anni infatti percepirà comunque una pensione. Indennità raddoppiata se il consigliere ha seduto per 15 anni all’interno dell’aula consiliare. E chi ha lasciato la Regione per sedere in Parlamento? E’ presto detto…al compimento dei sessant’anni riceverà il vitalizio sia dalla regione sia dal parlamento da un minimo di ottomila euro può schizzare anche a 25 mila euro al mese, a seconda del numero di legislature nelle quali si è stati eletti. La colpa è da imputare alla ormai famosa legge del febbraio 2005. Da poco infatti,  la presidenza del consiglio regionale ha deciso di abolire il doppio stipendio. I pluripensionati siedono indifferentemente a destra e a sinistra e i loro nomi sono ormai noti: Benito Visca, Abdon Alinovi, Filippo Caria, Nicola Imbriaco, Nicola Mancino (ex ministro dell’Interno), Carmelo Conte, Paolo del Mese, Aldo Cennamo, Raffaele Calabrò, Isaia Sales, Giovanni Russo Spena, Domenico Zinzi, Andrea Losco, Alfredo Vito, Giuseppe Ossorio, Vincenzo De Luca (avellinese, da non confondere con il sindaco di Salerno), Giuseppe Scalera, Andrea De Simone, Antonio Bassolino, Felice Antonio Iossa, Amelia Ardias, Eugenio Dionise, Antonio Fantini, Arturo Fasano, Mario Pepe, Nicola Scaglione, Francesco Barra, Antonio Rastrelli, Francesco Brusco. Complesso decifrare l’importo mensile corrisposto dai due enti, dipende infatti dal numero di legislature a cui ha partecipato l’ex consigliere. Se è rimasto nel parlamentino per una sola legislatura percepirà la terza parte di quanto percepiva durante la sua attività di consigliere, se vi è rimasto per due legislature percepirà il 45 per cento, per tre legislature riceverà il 63 per cento, che rappresenta il massimo. C’è chi ha partecipato a due legislature (Alinovi, Scalera, De Luca, Mancino presidente della Regione ed ex ministro dell’Interno, Losco, Armato e Ossorio a più di due), chi a una sola (Rastrelli, Del Mese che in corso di legislatura fu eletto alla Camera, Donise, Fasano, Conte), chi a 4 (Bassolino è stato in carica per 2 legislature come consigliere e per 2 come presidente). Ca va sans dire che Campania non è l’unica regione ad aver conservato per tanto tempo questo tipo di beneficio ultimamente infatti anche la Sicilia ha dovuto rinunciarvi, da qui la proposta di Andrea Abbamonte espressa sulle pagine de ‘La Repubblica’ “Sarebbe necessaria una norma che vincoli la Camera, il Senato e 20 consigli regionali  amministrativista ed ex assessore regionale  bisogna stabilire un tetto massimo e imporre che non si possano superare 10 mila euro al mese”