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Patto per la Campania: ad Avellino i sindaci delle città  capoluogo rilanciano la sfida sul lavoro e il sapere

Si sono ritrovati dopo circa  due mesi dall’iniziativa promossa dal rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Raimondo Pasquino, che era riuscito a mettere attorno ad un tavolo a Fisciano  i sindaci di Avellino, Salerno e Napoli, per un confronto sulle ipotesi di sviluppo integrato tra i capoluoghi campani. E così il  Patto per la Campania ha fatto scalo ad Avellino nell'incontro organizzato  dal primo cittadino di Avellino Giuseppe Galasso. In una cornice  piena di gente,  l’hotel de la Ville di Via Palatucci  ha rivissuto i momenti importanti della politica con la presenza del sindaco di Benevento Fausto Pepe, del  sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, dell'assessore  del comune di  Salerno, Mimmo De Maio in sostituzione del sindaco Vincenzo De Luca impegnato fuori città per altri impegni istituzionali e il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris.
Avellino deve progettare il suo futuro guardando oltre i confini provinciali- ha sostenuto Galasso-.  La Campania deve essere necessariamente unita, superando lo scontro costa- entroterra, per riuscire a intercettare i vitali finanziamenti europei; ed iniziative di questo genere sono l’ideale per aprire una discussione sulla programmazione dello sviluppo territoriale in un’ottica sempre più sinergica tra le varie realtà regionali”. I lavori moderati dal giornalista Rai   Andrea Covotta sono stati introdotti dal Rettore Pasquino. Poi si sono succeduti gli interventi dei primi cittadini, con Galasso a far gli onori di casa, seguito da Pepe, De Magistris, Del Gaudio e con la chiusura del rappresentante di Salerno, De Maio. Tutti concordi sull'apertura di un ragionamento teso ad eliminare le contrapposizioni tra aree interne e costiere, eliminando gli antichi retaggi e dualismi , e aprendo ai temi della modernità, come il sostegno al lavoro, all'equità, innovazione e ricerca. Una Campania unita, questo il succo emerso dopo due ore di dibattito, con applausometro in tilt per De Magistris che ha ravvivato la serata con punzecchiature ad effetto e15 minuti di un filo del discorso sempre razionale e vicino ai problemi e al cuore del mondo del lavoro. De Magistris si è detto contrario al napolicentrismo, perchè " è fondamentale rilanciare il Mezzogiorno, in cui Napoli riveste un ruolo trainante che non deve essere dominante, Ci sono pezzi che hanno timore di noi - ha aggiunto -  perchè dal Sud può arrivare la spinta attraverso amministrazione degne. Io non vedo la Padania, la Padania non esiste, esiste la Magna Grecia che è stata la culla della cultura". Per una nuova stagione della politica, l'ex magistrato ha invitato a investire "sui giovani talenti e amministratori con le mani pulite, abdicando ai soliti prenditori di soldi ma aprendo ai nuovi imprenditori della virtù e del sapere".  Non sono mancate le stoccate sui tagli governativi: " Noi non vogliamo elemosina, vogliamo dignità. Non vogliamo assistenzialismo. Il lavoro è un diritto, non un privilegio". Parole che hanno riscaldato la platea, specie quando ha evidenziato che, "Noi non siamo dei nominati, siamo degli eletti e dobbiamo meritare la fiducia che ci è stata affidata". Ed infine, "Noi abbiamo molte opportunità di sviluppo, come il commercio, le piccole e medie aziende, Università  ed ecosostenibilità. Quando si chiude una fabbrica, facciamo un favore alla criminalità. Basta guardare a quelli che erano sospettosi di noi quando mettevamo in guardia sul "caso" Marchionne. Oggi ci danno ragione... perchè quando i diritti scompaiono dalle fabbriche, gli stessi scompaiono anche fuori dalle fabbriche..." Un filo sottile il "ragionamento" dei primi cittadini che potrebbe unire i rappresentanti istituzionali delle cinque città campane nella ricerca di spazi nuovi da costruire per una migliore vivibilità delle città da loro rappresentate. Un linguaggio istituzionale e pragmatico quello ascoltato al de La Ville, specie quando De Magistris ha nominato i passaggi chiave della"radicalità, chiarezza, credibilità e obiettivi", come nuovi paletti per essere reale alternativa. I presupposti ci sono e nonostante la crisi in atto con pesanti tagli sulle casse comunali, i cinque rappresentanti hanno evidenziato un leggero ottimismo che lascia ben sperare se le parole e le idee espresse verranno confortate dai fatti. In sala, esponenti dell'imprenditoria, rappresentanti istituzionali e dei partiti: da Petracca e Ambrosone, Belmonte dell'Asi, Pino Rosato, Ettore Freda di Fli, rappresentanti di Sel, di Italia dei Valori, Caterina Lengua, sindaci e innanzitutto tanta gente comune.