Tu si nat in Italy

Verso il voto, l'Irpinia a Cinque Stelle

Urlando, a Roma e sul web, i risultati arrivano. L’Istituto Piepoli ha certificato ieri la forza della coppia Grillo-Casaleggio e del Movimento Cinque Stelle. Una forza per niente scalfita dall’ultima settimana tempestosa. In prospettiva la strada verso un nuovo boom elettorale sembra spianata. E a meno che Matteo Renzi non tiri fuori qualcosa dal cilindro - magari più accattivante dei 500 milioni del premier o di una legge elettorale che non convince (e che non risolve nell’immediato i problemi della famiglia media) – le elezioni future saranno corsa a tre: bella (per l’osservatore) e pericolosa (per Pd e Fi). Nessuna delle tre forze farà la parte della Juve, c’è da scommetterci. Gli analisti autorevoli parlano di precisa strategia della coppia. Il capo e il guru continuano a rivolgersi all’elettorato facendo anche leva su vecchie percezioni degli elettori (la sinistra che predica bene e razzola male), drammi attuali (disoccupazione) e istinti di rivalsa o repulsione (incarichi e dintorni). La strategia vincente è sempre una buona strategia, soprattutto se serve a raccogliere il consenso necessario a governare. “Ma come governerebbero i grillini?”, si chiedono sarcastici e preoccupati i commentatori autorevolissimi. Noi non ne abbiamo idea. 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             
Sappiamo solo che mentre sul web quei “grillini” fanno tanto rumore - provocando il “pigro” giornalismo italiano, come lo definisce Carlo Freccero, costringendo i media a rincorrere anche il più inutile post su facebook – nella provincia italiana, e qui parliamo della provincia di Avellino, l’azione del M5S è assai simile a quello dei partiti tradizionali. Simile. Non in senso dispregiativo, sia chiaro. Infatti in più casi l’azione è qualitativamente migliore rispetto a quella di forze partitiche non radicate ovunque (Forza Italia?) e spesso vincenti alle urne nazionali (questo è). 
Le linee su cui si muovono i pentastellati irpini sono essenzialmente due. Sprechi e cattiva amministrazione. Ambiente. Strategia antica e azione politica classica: comunicati stampa, interrogazioni, visita dei parlamentari per guardare meglio i macelli degli ultimi vent’anni (come accaduto ad Avellino). Oppure incontri istituzional-ministeriali. A Roma hanno cercato di portare le emergenze ambientali altirpine: elettrodotti e questione petrolio per esempio. Insomma, quello che fanno i partiti. A volte più a volte meno, meglio o peggio. Senza troppo clamore, senza dare spettacolo. Il web non è affatto l’unico strumento, altrimenti non potresti raggiungere la vecchietta senza tablet. E sul local-web si discute, i toni sono pacati. I (pochi) convegni si trasformano in incontri più aperti rispetto al classico raduno democristiano o post-democristiano (l’importante è prenotare l’intervento, ma nessuno ti mangia se prendi comunque la parola).
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Tuttavia la differenza tra l’azione nazionale e quella locale pare addirittura troppo evidente. Troppo evidente per non auspicare l’ingresso del M5S nelle competizioni comunali. In primavera si vota. In provincia di Avellino i Comuni chiamati ad eleggere i sindaci sono importantissimi, dal punto di vista sociale e politico. Ariano Irpino, Grottaminarda e la nuova Montoro, Montella e Nusco. Alcuni analisti, torniamo un attimo al Paese Italia, hanno un incubo: “I grillini a Palazzo Chigi? Non scherziamo!”. Quegli analisti, a torto o a ragione, si basano sui comportamenti dei “grillini” a Roma, sul web e di conseguenza sui media tradizionali. Bene, qui nella piccola e sperduta provincia di Avellino noi possiamo basarci su percorsi a cinque stelle neanche lontanamente definibili “eversivi”. E allora la domanda è: “I grillini nei Comuni irpini? Vediamo!”. Certo dovrebbero provarci, prima di tutto. Ci sono realtà al voto in cui i risultati nelle ultime elezioni politiche sono stati clamorosi, in positivo. Torella dei Lombardi è un esempio. In molti casi ci sono gli attivisti, in carne ed ossa. Ci piace pensare che i buoni risultati di molte realtà non siano esclusivo merito di Beppe Grillo e dei mal di pancia degli italiani. Sarebbe interessante vedere il M5S alla prova sui problemi locali. Se una volta in Municipio si comportassero diversamente da vecchi amministratori, magari potrebbero ostacolare - e fin da subito - non solo la costruzione ma anche la nascita, l’idea, di una grande opera che invade e deturpa il territorio. E siamo certi che se dovessero fallire, nell’amministrazione, sarebbero in buona compagnia. Non potranno fare peggio di altri. Ma il banco di prova è essenziale, anche solo all’opposizione di un sindaco o al governo dei più piccolo dei paesini. Così anche l’impegno di parlamentari come Carlo Sibilia diventerebbe più efficace: e allo stesso tempo inattaccabile da ogni punto di vista.