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Pd - Dubbi sulle candidature: Renzi indica i collegi uninominali per i big

Con la riunione della direzione nazionale del Pd a Roma, tenutasi ieri sera, si è cercato di fare il punto della situazione, ma nessuna decisione definitiva è stata presa, rimandando alla prossima settimana le operazioni più importanti, a partire dall'indicazione dei candidati per le elezioni del prossimo 4 marzo.
L'incontro di ieri è servito soprattutto a risolvere alcune questioni in sospeso come il discorso relativo alle deroghe per le candidature di ministri uscenti, parlamentari con oltre tre legislature alle spalle e consiglieri regionali.
A tal proposito è stato deciso che tutti potranno essere candidati, anche se il provvedimento toccherà i singoli all'atto dell'iscrizione nella lista. Unica condizione per non vedersi annullare la candidatura è di essere in regola con i pagamenti al partito.
Ovviamente, così come indicato da Matteo Renzi, una candidatura sicura può esserci solo con la scelta del collegio uninominale, ma tale opzione almeno ad Avellino non sembrerebbe percorribile. Per la cronaca, i posti nell'uninominale sicuri sono davvero pochi: da un massimo di 60 ad un minimo di 40.
Ma e' Renzi ad avere il coltello dalla parte del manico: in particolare avendo rinviato fino alla scadenza delle liste la decisione sulle deroghe di chi non fa parte dell'esecutivo. 
Intanto si cerca di definire anche i rapporti con gli alleati. A Roma continuano i contatti giornalieri con le altre forze politiche, ma le incertezze su come verrà definita tale intesa sul territorio sono ancora tante.
Bisognerà capire come dividere i collegi tra Camera e Senato perché immaginare che due su tre vengano concessi agli alleati sembra alquanto improbabile. 
Proprio su questo fronte, dunque, sarà necessario sciogliere innanzitutto il problema della candidatura del centrista Giuseppe De Mita che ha aderito alla lista del ministro Lorenzin e quella di Angelo D'Agostino vicino alla lista di Prodi.
De Mita punta al collegio dell'Alta Irpinia, mentre D'Agostino a quello di Avellino. Tra i due il più favorito è sicuramente De Mita, mentre il nome di D'Agostino sta perdendo consensi lasciando il posto ad un altro nome che potrebbe essere quello dell'ex senatore Enzo De Luca.
Tuttavia Roma deve ancora sciogliere le riserve sulla posizione di De Mita.
Un'altra questione rimasta ancora irrisolta è quella della definizione dei capilista nei listini bloccati del proporzionale sia alla Camera che al Senato, unici posti considerati sicuri. Per tali posizioni i nomi che circolano di più sono quello del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e Luigi Famiglietti, ma non si esclude la possibilità di trovarsi di fronte al nome del Commissario David Ermini.